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"Suonate l'allarme". Gli eco-ultrà ora minacciano Sanremo

La mossa degli attivisti green per convincere i cantanti del Festival a portare sul palco l'ideologia climatista. "Così non potranno ignorarci". Già scomodati Mahmood, Ghali e Dargen D'Amico

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Gli ambientalisti d'assalto vogliono imporre il loro ritornello dal palco di Sanremo. Per far ascoltare il loro tormentone climatista al maggior numero di persone, gli attivisti green si sono già messi all'opera in vista della popolare rassegna canora in programma dal 6 al 10 febbraio prossimi. Proprio nelle scorse ore, il movimento Extinction Rebellion ha infatti lanciato una campagna per convincere gli artisti della kermesse a farsi portavoce dell'ideologia green più oltranzista. Obiettivo: far sì che i cantanti in gara utilizzino le loro ugole per intonare la nenia catastrofista secondo la quale saremmo sull'orlo di un collasso climatico.

Nel corso di un sit-in inscenato ieri a Milano, in piazza Gae Aulenti, gli attivisti dell'associazione ambientalista hanno chiesto ai loro sostenitori di intraprendere un'azione di "social bombing" per tempestare di appelli gli artisti in gara al Festival. "Riceveranno così tante notifiche che non potranno ignorarci", ha spiegato uno degli attivisti scesi in piazza nel capoluogo lombardo. Da qui, la richiesta esplicita rivolta ai cantanti di "usare la straordinaria opportunità della loro partecipazione a Sanremo coraggiosamente per parlare della crisi climatica in atto". Così, i primi a essere scomodati dagli ambientalisti duri e puri sono stati Mahmood, Ghali, Dargen D'Amico, Rose Villain, La Sad, tutti opportunamente taggati.

"Noi, insieme a tutti i vostri fan, contiamo su di voi per suonare l'allarme per il futuro di tutti", hanno aggiunto gli attivisti di Extinction Rebellion, che già in passato avevano utilizzato il festival di Sanremo per portare le loro proteste alla ribalta. Chiaramente, non riuscendo ad accedere al blindatissimo Ariston, i simpatizzanti dell'associazione ambientalista avevano inscenato il sit-in fuori dal teatro, accusando la kermesse di essere una "festa dell'indifferenza" rispetto al messaggio sul cambiamento climatico. Due anni fa, a manifestare davanti al tempio laico della musica leggera italiana erano stati invece gli attivisti di Greenpeace.

Ora gli eco-ultrà cercano di trovare spazio con le loro battaglie anche durante lo spettacolo condotto da Amadeus. E chissà che qualche artista, magari con simpatie progressiste, non decida in qualche modo di dare loro una soddisfazione. In fondo, negli anni il palco dell'Ariston è stato spesso usato impropriamente per lanciare - più o meno esplicitamente - messaggi ideologici di vario tipo.

Non ci stupiremmo se, tra una canzone e l'altra, qualcuno trovasse il modo di infilarci il ritornello sul clima impazzito e sulle responsabilità da attribuire tutte all'uomo.

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