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"Qui è un porto franco. Troppi tagli". Ira della polizia dopo il far west a Termini

I sindacati delle forze dell'ordine chiedono di porre fine allo stop al turn over per rimpiazzare gli agenti andati in pensione e presidiare meglio stazioni a rischio come Termini

"Qui è un porto franco. Troppi tagli". Ira della polizia dopo il far west a Termini

Aleksander Mateusz Chomiak, il clochard accusato di aver accoltellato della studentessa israeliana aggredita a Termini è già stato arrestato, ma il problema della scarsa sicurezza dentro e fuori la stazione permane e mette in allarme anche i sindacati delle forze dell’ordine.

Purtroppo, l’episodio avvenuto alla Stazione Termini è stato un evento imponderabile, e rispetto a questo tipo di reati l’attività di intervento e di prevenzione della Polizia è davvero molto limitato”, premette Domenico Pianese, segretario generale del Coisp (Coordinamento per l'Indipendenza Sindacale delle Forze di Polizia), che loda il lavoro svolto dal personale della Questura di Roma e della Polfer di Roma Termini, ma mette l’accento sulla necessità di rivedere le piante organiche e i presidi territoriali che si occupano di controllo del territorio e di prevenzione dei reati.

Gli agenti in forza alla Polfer, ad esempio, così come quelli del Commissariato Viminale, sono stati quasi dimezzati negli ultimi 20 anni”, ricorda, criticando soprattutto i tagli che hanno portato alla chiusura del posto di polizia in Piazza dei Cinquecento, di fronte alla Stazione ferroviaria, e dell’ufficio di polizia all’interno stazione della metropolitana di Termini. “Questi presidi, alla luce dei recenti episodi e dei problemi atavici che vi sono in quell’area della città, andrebbero immediatamente ricostituiti”, chiosa Pianese.

Anche Fabio Conestà, segretario generale del Mosap, pone l’accento sulla pericolosità di Termini e auspica un incremento delle forze dell’ordine “ma – aggiunge - in coscienza devo dire che sia il governo sia la questura di Roma stanno facendo un grosso sforzo per mettere in sicurezza quell’area, malgrado la carenza di mezzi e uomini”. Massimiliano Zetti, segretario generale del Nuovo Sindacato Carabinieri (Nsc), non usa mezze parole: “L’area della stazione Termini, soprattutto nelle ore serali e notturne, diventa un porto franco e può succedere di tutto. Servirebbe un’intensificazione dei servizi che, ad oggi, non è possibile perché tutti i reparti, sia della polizia sia dei carabinieri, sono sottorganico”.

Il problema riscontrato dai vari sindacati delle forze dell’ordine è proprio questo: riuscire colmare i vuoti causati dai continui pensionamenti. “Dobbiamo cancellare gli effetti devastanti della legge Madia che, nel luglio del 2015, tagliò 43mila uomini nelle forze dell’ordine”, ammonisce Gianni Tonelli, segretario aggiunto del Sap che da tempo si batte anche per un maggior uso delle telecamere che, però, da sole non bastano. ”Se vogliamo prevenire questi eventi dobbiamo rafforzare il controllo del territorio”, dice.

Le responsabilità della politica non possono ricadere su chi tutti i giorni rischia la propria vita”, attacca il segretario generale di Italia Celere, Andrea Cecchini, convinto che “non serve a nulla mettere centinaia di poliziotti a presidiare qualche metro quadrato se poi non li tuteliamo” e che gli unici deterrenti utili siano regole di ingaggio chiare e certezza della pena.

Su questo punto interviene anche Zetti: “I sindacati sono uniti nel chiedere garanzie quando occorre l’usare l’arma, agevolazioni sotto il profilo delle spese legali quando incappiamo in procedimenti penali per aver adempiuto ai nostri doveri”.

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