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"Trasmissibile all'uomo": occhio al virus delle zecche. Come si prende

Dopo il ritrovamento della carcassa di camoscio risultato positivo al virus Tbe è scattato l'allarme: ecco cosa sappiamo

 "Trasmissibile all'uomo": occhio al virus delle zecche. Come si prende
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C'è preoccupazione dopo il rilevamento di una positività ad arborvirus responsabile della meningoencefalite da zecche. Si tratta infatti di una patologia che colpisce sia gli animali che l'uomo, ed è per questo motivo che la situazione viene monitorata dalle autorità sanitarie. Dopo il ritrovamento di una carcassa di camoscio risultata infetta è stata diffusa l'allerta.

Cosa sappiamo del virus Tbe

A quanto pare i resti dell'animale sono stati rinvenuti lo scorso 13 aprile in Valtellina, nei boschi delle alpi Orobie. Accurati esami condotti sulla carcassa hanno rilevato la positività al virus Tbe (Tick Borne Encephalitis), noto anche come meningoencefalite primaverile-estiva. La positività al patogeno, nello specifico, è stata riscontrata proprio sulle zecche ancora presenti sul corpo dell'animale. Ciò ha destato preoccupazione nelle autorità sanitarie, in quanto proprio le zecche possono essere degli infallibili vettori, rendendo possibile la trasmissione anche all'uomo.

Come è possibile leggere sul portale dell'Istituto Superiore di Sanità, la Tbe o Meningoencefalite da zecche è una malattia virale causata da un arborvirus appartenente al genere Flavivirus, che la rende simile al virus della Dengue. La patologia si presenta con cefalea, nausea, malessere e dolori muscolari, raramente si presentano manifestazioni allergiche da morso di zecca. Proprio le zecche, in particolare le Ixodes ricinus e le Ixodes persulcatus, fungono da vettori e trasmettono il virus con il loro morso. Vengono infettati soprattutto animali, dai selvati ai domestici e, talvolta, il virus riesce a passare anche all'uomo.

Fortuntatamente, in caso di trasmissione all'essere umano, nel 70% dei casi l'infezione si presenta senza sintomi, o con sintomi di lieve entità. Nel 30% dei casi, invece, si accusano sintomi simil-influenzali, con febbre anche alta, mal di testa, mal di gola, stanchezza, dolori muscolari e articolari. La situazione si risolve in due/quattro giorni, ma ci sono casi in cui, dopo una ventina di giorni senza particolari sintomi, insorgono disturbi del sistema nervoso centrale, con encefalite e paralisi flaccida. Nell'1% di casi può verificarsi il decesso.

È emergenza?

Al momento le autorità preposte a questo genere di controlli di tipo sanitario non sono in allarme, ma stanno monitorando la situazione. Già in passato sono stati registrati dei casi di positività al virus delle zecche sia in provincia di Bergamo che in provincia di Lecco. Spesso e volentieri è stata la fauna selvatica ad essere interessata.

Rimane il fatto che il virus è trasmissibile all'uomo e che potrebbe costituire un rischio per i soggetti più fragili. Per adesso vengono fornite delle raccomandazione a chi dovesse trovarsi in aree interessate dalla presenza delle zecche. In caso di scampagnate è bene accertarsi sempre che non si abbia uno di questi parassati attaccati addosso.

In quel caso la zecca deve essere subito rimossa e la parte pulita e igienizzata.

Per chi avesse intenzione di trascorrere molto tempo nelle zone boschive o rurali, un consiglio potrebbe essere quello di effettuare il vaccino, disponibile in Italia.

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