Milano, nelle chat l'asso dei pm su Sala

Oggi verranno depositati i colloqui dei costruttori. Obiettivo provare il "sistema"

Milano, nelle chat l'asso dei pm su Sala
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La caccia è aperta. La procura non vuole rinunciare all'innegabile "allure" data dalla presenza della politica dell'inchiesta sull'urbanistica a Milano. Non solo quindi lìappello al Riesame sulla vicenda Pirellino, che coinvolge direttamente il sindaco Giuseppe Sala, dopo che il gip ha alleggerito la sua posizione mettendo in dubbio per lui e per i suoi coindagati l'accusa di induzione indebita, che invece la Procura chiede di ripristinare. I pm sono pronti anche a depositare nuove chat che proverebbero il "sistema" che coinvolge costruttori, architetti e amministratori pubblici sui progetti della città. Chat destinate a essere scomode per il primo cittadino. Gli scambi di messaggi whatsapp verranno depositati stamane ai giudici del tribunale del Riesame riuniti in composizione feriale per valutare le esigenze cautelari. Tra gli arrestati che compariranno oggi ci sono l'ex numero uno dell'assessorato all'Urbanistica Giancarlo Tancredi e il presidente della commissione Paesaggio Giuseppe Marinoni. Entrambi sono ai domiciliari e chiedono al Riesame di essere liberati.

Venerdì scorso era stata la volta di Alessandro Scandurra, componente della commissione paesaggio e astro nascente della rigenerazione urbana milanese (ai domiciliari) e di Andrea Bezziccheri di Bluestone, la società delle Park Towers di Crescenzago, finito in carcere. La prassi vuole che la procura depositi al tribunale della Libertà nuovi atti per corroborare le accuse già mosse nella richiesta di cattura e negli atti allegati. Per dare l'idea della posta in gioco, la Guardia di Finanza ha lavorato all'analisi dei cellulari sequestrati a metà luglio per tutto il fine settimana appena trascorso, in vista dell'udienza di oggi.

Tutte le forze del nucleo Pef utilizzabili sull'inchiesta sono state impiegate per iniziare a spulciare le chat, tra cui quelle che verranno depositate proprio oggi, grazie anche all'uso di parole chiave: i nomi degli indagati, le denominazioni dei cantieri, i grandi progetti ("Pirellino" e "Torre Botanica"). Anche se per studiarle tutte, sostiene chi indaga, ci vorranno almeno sei mesi.

Gli inquirenti vogliono insomma arrivare oggi al Riesame con alcuni assi nella manica. Ritengono che gli arresti cautelino la collettività da nuovi reati (hanno indicato il pericolo di reiterazione del reato nella richiesta al gip, che lo ha ritenuto sussistente), ma soprattutto sono convinti della necessità di "cautelare" l'indagine, visti gli interrogatori preventivi introdotti dalla riforma Nordio. I sei hanno avuto alcuni giorni di tempo per studiare una linea difensiva, in alcuni casi rivelatasi comune, dopo la richiesta di arresto del 17 luglio. È il caso, per esempio, di Manfredi Catella e del componente della commissione paesaggio Alessandro Scandurra, accusati di avere stretto un patto corruttivo su una presunta consulenza da 28 mila euro, pagata tramite una fattura ritenuta falsa dall'accusa, in cambio di un parere favorevole al progetto Pirellino.

I due, tramite i difensori, hanno sostenuto che la fattura era invece vera ed "emessa a fronte di prestazioni che, come documentato, sono state effettivamente rese".

La necessità più stringente resta però, per la procura, che il Riesame confermi l'impianto accusatorio. E cioè l'esistenza di un "sistema", che riguarda in primis la politica.

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