Turbolenze sui voli aerei: cosa sono e perché possono essere pericolose

Le turbolenze in quota sono un fenomeno molto frequente quando si vola: ecco di cosa si tratta, le aree più esposte del pianeta e quanto possono essere pericolose

Turbolenze sui voli aerei: cosa sono e perché possono essere pericolose
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Ha destato scalpore e non poche preoccupazioni anche per i passeggeri abituali e chi non ha paura di volare quanto accaduto a bordo del volo della Singapore Airlines decollato da Londra dove, a causa di una turbolenza eccezionale, è morta una persona e almeno una trentina sono rimaste ferite. Mentre si indaga su possibili altre cause, cerchiamo di capire cosa accade in quota durante i voli aerei.

Origine e pericolosità delle turbolenze

Sia che si viaggi alla velocità di crociera di diecimila metri o ad altezze diverse, spesso e volentieri i piloti hanno a che fare con le cosiddette turbolenze: altro non sono che correnti d'aria di alta quota che si muovo e cambiano improvvisamente direzione a causa degli sbalzi di temperatura. Questi vortici irregolari provocano inevitabili conseguenze ai velivoli in transito con sbalzi tipici di quando sentiamo parlare di "vuoto d'aria": ovviamente è un nome errato, non è l'aria che viene a mancare ma, appunto, un cambio di direzione dei flussi di quota dovuti non soltanto all'aria calda, più leggera, che tende a salire verso l'alto ma anche a catene montuose (si pensi ad Alpi, Appennini, Himalaya, ecc.).

Ogni aereo, dal più piccolo ai maestosi Boeing 747 e Airbus A-380 sono progettati per resistere a queste turbolenze molto frequenti quando si vola indipendentemente dalla durata. Nella maggior parte dei casi i passeggeri si accorgono appena di quanto accade al di fuori mentre altre volte, soprattutto quanto gli aerei attraversano nubi temporalesche, gli sbalzi si fanno certamente più forti e intensi. Spesso, invece, si hanno quando le condizioni atmosferiche sono apparantemente innoque e tranquille con la cosiddetta "Cat", ossia "turbolenza in aria chiara" che è la più difficile da distinguere.

Quali sono i rischi

Non a caso, dall'inizio alla fine del volo il personale di bordo predica sempre di avere le cinture allacciate per evitare ogni problematica improvvisa. Se c'è un periodo dell'anno in cui possono essere maggiormente frequenti è durante l'estate quando aumentano i contrasti tra aria calda nei bassi strati e fredda in quota. Ma esistono posti migliori sull'aereo dove si avvertono di meno? Sì, al centro e davanti, chi siede dietro avvertirà maggiori sobbaldi e vibrazioni.

Le aree più soggette al fenomeno

Se è possibile, esistono anche alcune aree del pianeta con rischi maggiori, ovvero quelle tropicali di convergenza: in pratica, a cavallo dell'Equatore gli alisei che soffiano da nord si scontrano con i venti dell'emisfero sud. Ecco perchè in quota sono normali le turbolenze durante i voli aerei che attraversano quelle aree, in estate come in inverno. Alcuni esperti parlano anche del Golfo del Bengala, l'Australia del di Sud-Ovest, il Pacifico settentrionale e l'area dei Caraibi.

Come si misura la turbolenza

Per misurare quanto possa essere forte una turbolenza esiste una scala apposita: c'è la "light turbolence" quando i sobbalzi del velivolo sono minimi; "moderate" quando si avverte distintamente ma rimane sotto controllo e quella "Severe" quando anche per i piloti diventa difficile mantenere l'aereo lungo la rotta. Infine, la peggiore come quella capitata al volo da Londra a Singapore si chiama "Extreme" quando ci sono violente sollecitazioni che possono danneggiare l'aereo che rischia di andare totalmente fuori controllo. Ques'ultimo caso, fortunatamente, è molto raro.

Secondo i dati della Faa (Federal Aviation

Administration) americana, ogni anno circa 58 passeggeri rimangono lievemente feriti dalle turbolenze incontrate in quota, un numero inesistente se pensiamo che quotidianamente, in tutto il mondo, volano circa 10 milioni di passeggeri.

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