Da marito e moglie a "ex" in un solo giorno con il "divorzio facile". E non è la trama di una commedia all'italiana. A Verona una coppia ha messo fine alla relazione coniugale raggiungendo un unico accordo, sia di separazione che di divorzio, in tempi record. La sentenza è stata emessa lo scorso 20 giugno dal Tribunale scaligero che ha reso esecutivo, per la prima volta in assoluto, uno dei punti-cardine del nuovo diritto di famiglia introdotto dalla Riforma Cartabia su cui, lo scorso 17 ottobre, si è espressa anche la Corte di Cassazione.
Come funziona il "divorzio facile"
Dirsi addio senza rimpianti (si spera) né lungaggini della burocrazia. Un miraggio, fino a qualche tempo fa, per tutte quelle coppie di "futuri ex" che per anni si sono date battaglia nelle aule dei tribunali esborsando cifre da capogiro. Il divorzio "facile" consente non solo di ridurre i tempi di attesa per passare dalla stato di "coniugato" a libero, ma è anche meno dispendosio e snervante. Prima della Riforma Cartabia, i due coniugi intenzionati a sciogliere l'unione dovevano firmare anzittutto l'accordo di separazione e poi, trascorsi sei mesi, depositare un nuovo ricorso. Infine, dopo un continuo viavai dagli avvocati, attendere la sentenza di divorzio. Adesso, invece, è possibile sottoscrivere un atto unico (divorzio e separazione insieme), con le rispettive richieste formulate dai richiedenti, e depositarlo in Tribunale. Spetterà poi a giudici emettere la sentenza di separazione e, in soli sei mesi, quella di divorzio. La procedura "smart" è attuabile anche senza accordo tra le parti e in presenza di figli. Tuttavia è bene precisare che, anche se non saranno più necessarie due cause distinte, occorrerà comunque attendere i termini legali tra la pronuncia di separazione e quella di divorzio: sei mesi in caso di separazione consensuale e 12 per il divorzio giudiziale.
Il caso "apripista" di Verona
Come ben riporta il Corriere.it, la sentenza relativa al "divorzio lampo" della coppia veronese è stata emessa ben prima che, lo scorso 17 ottobre, la Cassazione confermasse la validità della Riforma Cartabia nel merito di una pruriginosa vicenda coniugale.
Nel verdetto del 20 giugno 2023, pronunciato dalla prima sezione civile del Tribunale di Verona con la giudice Antonella Guerra presidente, il giudice relatore Massimo Vaccari e la giudice Eugenia Tommasi Di Vignano, i magistrati stabiliscono che "alla luce delle disposizioni processuali introdotte dalla cosiddetta 'riforma Cartabia' si deve ritenere che sia ammissibile il cumulo delle domande di separazione consensuale e di divorzio congiunto, non ostandovi neppure ragioni di carattere sostanziale, tenuto conto del percorso di graduale, ma incessante, superamento del principio di indisponibilità dei diritti in materia matrimoniale".
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