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Vialli stroncato dal tumore al pancreas: i sintomi e le cure

Il tumore al pancreas è molto difficile da diagnosticare e sovente vieno scoperto quando ormai è troppo tardi ed è già in metastasi. Tuttora la cura maggiormente utilizzata è la chemioterapia

Vialli stroncato dal tumore al pancreas: i sintomi e le cure

Il tumore al pancreas che ha ucciso Gianluca Vialli è uno dei più difficili da diagnosticare e sovente viene scoperto quando è già molto avanti. La diagnosi precoce resta però fondamentale. Altre vittime illustri di questo cancro erano state il tenore Luciano Pavarotti, il co-fondatore di Apple Steve Jobs e anche l'attore Patrick Swayze. Purtroppo non ci sono esami clinici in grado di scoprirlo in anticipo, anche se negli anni sono stati fatti molti progressi in campo scientifico e della ricerca. Vialli aveva scoperto la malattia cinque anni fa.

Il campanello d'allarme

Come riportato dal Corriere, Alessandro Zerbi, responsabile dell'Unità operativa Chirurgia pancreatica dell’Istituto Clinico Humanitas IRCCS di Milano, che nel novembre del 2017 ha operato con la sua equipe medica il calciatore, ha raccontato che "Gianluca era arrivato alla diagnosi per la comparsa di ittero, un campanello d'allarme che aveva poi dato il via agli esami di approfondimento necessari. Proprio perché questo tumore è insidioso e aggressivo, i segnali più evidenti compaiono quando ha ormai iniziato a diffondersi agli organi circostanti o ha ostruito le vie biliari, la chirurgia è applicabile solo a un ristretto e selezionato numero di pazienti (il 20-30% circa). Nel suo caso, però c'erano i margini per un'operazione, che abbiamo eseguito con successo. Ma l'intervento dev'essere comunque integrato con la terapia oncologica (principalmente chemioterapia, che può essere fatta prima o dopo l’intervento) per l’elevato rischio che, al momento della diagnosi, siano già presenti micro-metastasi".

L'aspettativa di vita

Quando poi Vialli si era trasferito a Londra con la sua famiglia aveva deciso di proseguire le cure in Inghilterra. Anche se lui stesso aveva ammesso in diverse occasioni che il tumore non era stato debellato e che a volte era maggiormente presente e altre meno, si era detto fiducioso e ottimista. Anche oggi è la chemioterapia la cura più seguita per affrontare il tumore al pancreas. L'efficacia della chemioterapia è aumentata negli ultimi 20 anni grazie ai farmaci scoperti e al loro uso sinergico. Zerbi ha spiegato che sono stati fatti progressi e che "l'aspettativa di vita, che era per lo più di pochi mesi, per un numero crescente di malati che oggi si riescono a operare, arriva anche fino a tre anni. Certo molto meno rispetto ad altri tipi di cancro, che si riescono a guarire del tutto o con i quali sempre più persone convivono per decenni. Si fa troppa poca ricerca su questo tumore ed è quasi del tutto finanziata dalle associazioni nate per lo più da familiari che hanno perso qualcuno".

I soggetti che rischiano di più

Coloro che rischiano maggiormente di ammalarsi di tumore al pancreas sono i soggetti di età compresa tra i 60 e gli 80 anni. Solo nel nostro Paese vengono registrati annualmente circa 14mila nuovi casi. Ad aumentare il rischio sono soprattutto il sovrappeso, in particolare l'obesità, e il fumo. Oltre alla pancreatite cronica, uno stato di infiammazione permanente tra le più gravi conseguenze di un abuso cronico di alcol, e l'essere portatori di una mutazione dei geni BRCA.

Tra i sintomi che possono annunciare il tumore al pancreas troviamo nei soggetti adulti una improvvisa comparsa del diabete, un dolore continuo allo stomaco o anche a livello della schiena nel punto di passaggio tra il torace e l'addome, una diminuzione di peso corporeo non giustificata, la steatorrea, trombi nelle vene delle gambe o anche diarrea continua improvvisa e non riconducibile ad altri fattori.

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