
I punti chiave
Lo scorso 7 agosto, complici nuove rivelazioni, i tabloid hanno riproposto una vicenda surreale, con protagoniste la regina Elisabetta, la Regina Madre, che avrebbero dato ordine di praticare un rituale per placare delle inquietanti presenze a Sandringham. L’episodio in questione non ha mai superato il livello dell’indiscrezione. Le ricostruzioni, però, presentano qualche stranezza e dei punti piuttosto confusi, a partire dalla definizione dell’aneddoto, descritto più volte come un “esorcismo”.

Fantasmi a Sandringham?
Nel 2000, scrisse il giornalista Kenneth Rose nel suo diario, citato dal Daily Mail, a Sandringham sarebbero accaduti dei fatti incredibili: lo staff della residenza si sarebbe rifiutato di varcare la soglia delle stanze da letto al primo piano, dove Giorgio VI, padre della regina Elisabetta, trascorse i suoi ultimi mesi di vita nel 1952. I collaboratori, infatti, avrebbero dichiarato che in quegli appartamenti sarebbe stato possibile percepire delle presenze sinistre, immateriali, spiriti inquieti forse appartenenti alle passate generazioni di Windsor.
“Alcuni dei servitori lamentavano che la stanza era infestata e non volevano lavorarci”, disse il giornalista. Così la regina Elisabetta avrebbe dato il consenso affinché in quella parte della dimora venisse praticata una “piccola cerimonia” religiosa a cui avrebbero partecipato anche la Regina Madre Elizabeth Bowes-Lyon e la dama di compagnia Prue Penn.
Kenneth Rose specificò anche che il rituale si sarebbe tenuto nell’estate del 2000, ma gli sarebbe stato riferito solo il 2 gennaio 2001, come riporta il Mirror. “Il parroco andò di stanza in stanza e in effetti sentì una certa inquietudine in una di queste”, aggiunse Rose. “Il gruppetto delle tre [donne] prese la Comunione e vennero recitate delle preghiere speciali, credo per il riposo eterno dell’anima del Re nella stanza in cui morì”.
Il sacerdote avrebbe anche espresso un’opinione su quel che avrebbe provato attraversando gli appartamenti “infestati”: “Il parroco disse che forse l’atmosfera opprimente e inquietante era stata causata dalla principessa Diana: lui aveva già sperimentato cose simili in passato, quando qualcuno era deceduto per morte violenta”.
Non è la prima volta che Sandringham viene descritta come una dimora spettrale. Nel 2011 un cortigiano, rivela il Mirror, affermò: “Tutti credono che [nella residenza] ci siano i fantasmi perché molti hanno avuto delle esperienze in tal senso, compreso il principe Carlo. Ci sono parti antiche della casa in cui nessuno vuole andare, né ritrovarcisi da solo”.
Il collaboratore farebbe riferimento a un aneddoto che risale alla metà degli anni Ottanta, quando l’allora erede al trono Carlo, alla ricerca di alcune stampe con il valletto Ken Stronach, avrebbe sentito un freddo improvviso. La stessa sensazione sarebbe stata avvertita contemporaneamente dal suo collaboratore. Entrambi si sarebbero voltati, convinti che dietro di loro vi fosse qualcuno. Ma non avrebbero visto nessuno. Qualche valletto sostiene addirittura di aver visto i libri volare dagli scaffali. L’episodio rivelato da Kenneth Rose, però, è diventato celebre, imprimendosi nella memoria del pubblico tanto da essere, ancora oggi, oggetto di discussione.

“Esorcismo”
Nel podcast “Queens, Kings and Dastardly Things”, citato dal Daily Mail, il biografo reale e storico Robert Hardman, insieme alla professoressa Kate Williams, è tornato a parlare della cerimonia a cui avrebbero partecipato la regina Elisabetta, la Regina Madre e la dama di compagnia Prue Penn. L’esperto lo ha definito “un rituale religioso di purificazione” voluto dalla Regina Madre, aggiungendo: “Non si trattò di un esorcismo convenzionale. Non vi furono spettacolari cacciate di demoni, come si vedono nei film. È stato detto che nella stanza c’era uno spirito tormentato e che il parroco avrebbe benedetto l’ambiente. Nessuno sapeva con certezza chi fosse il fantasma, sebbene fosse apparso nella camera in cui morì Giorgio VI. Rose ipotizzò che potesse trattarsi dello spettro di Diana, la principessa del Galles, morta pochi anni prima”.
In tutta questa storia ci sono diverse cose che non tornano. Viene data per scontata la presenza di spiriti che avrebbero disturbato gli abitanti di Sandringham, ma non siamo in un romanzo gotico. I fantasmi non esistono e di certo la loro esistenza non è mai stata dimostrata. Ai fatti narrati, dai libri che volano dagli scaffali (dettaglio che, tra l’altro, ricorda molto il primo film della serie Ghostbusters) alle sensazioni di freddo improvviso, ci sono tante spiegazioni razionali, tra cui la semplice suggestione. Senza contare che abbiamo solo la parola di chi ha riferito questi aneddoti.
Veniamo, poi, alla definizione del “rituale” a cui avrebbe partecipato Elisabetta II, la madre e una dama di compagnia. Hardman ha suggerito l’idea di un “esorcismo non convenzionale”, quindi di qualcosa che si avvicinerebbe al concetto di “esorcismo”. C’è qualcosa che non quadra: o è un esorcismo, o non lo è. Non ci sono mezze misure che, tra l’altro, rischiano solo di generare confusione.
Nel termine esorcismo, infatti, rientrano dei rituali ben precisi che possono essere eseguiti solo da una persona autorizzata dal Vescovo (ciò vale non solo per la Chiesa cattolica, ma anche per quella anglicana). Kenneth Rose menziona la presenza di un parroco, ma non è chiaro se questi sia effettivamente un esorcista.
Inoltre l’esorcismo, che è una pratica molto antica e nata ben prima del Cristianesimo, ha come obiettivo la liberazione da influenze malefiche. Prima di agire, però, il sacerdote dovrebbe svolgere un’indagine, aiutato da medici e psicologi, per capire se il fenomeno che gli viene presentato può essere spiegato razionalmente (per esempio attraverso patologie psichiatriche o neurologiche).
I membri dello staff di Sandringham, invece, avrebbero provato delle strane sensazioni che, chissà perché, sarebbero state immediatamente attribuite a entità malvagie, senza prendere in considerazione altre possibilità più terrene, diciamo così. Per un momento, però, proviamo a seguire questo bizzarro ragionamento: nel folklore il “fantasma” non è necessariamente malevolo. Inoltre perché mai proprio lo “spirito” di Lady Diana, stando alle supposizioni del parroco, dovrebbe essere cattivo o arrabbiato? Forse per la sua morte prematura e, per alcuni, misteriosa?
Queste domande ci portano su una strada diversa, che nulla ha a che fare con le entità di altre dimensioni: se fossimo noi a “creare” i fantasmi? O meglio, se fossimo noi a proiettare le speranze, le delusioni, le paure che ci portiamo dietro in queste figure evanescenti, mescolandole alla superstizione? Lady Diana potrebbe essere l’esempio perfetto: è morta in circostanze tragiche, inaspettate. C’è chi sostiene che sarebbe stata addirittura uccisa (tesi mai verificata). Ha lasciato un grande vuoto e magari, per qualcuno, convincersi che non se ne sia andata del tutto potrebbe risultare confortante. In un certo senso la rabbia del “fantasma” diventerebbe una rivincita dopo la morte. La realtà, però, è ben diversa.

"Una decisione pragmatica"
La definizione più giusta per ciò che sarebbe accaduto nell’estate del 2000 non sarebbe “esorcismo”, bensì, come ha detto Robert Hardman, “rituale religioso di purificazione”. Una benedizione della dimora. C’è un altro dubbio relativo a questa vicenda: perché la regina Elisabetta e la Regina Madre avrebbero acconsentito allo svolgimento della cerimonia? Credevano davvero nei fantasmi? Probabilmente no. Il Daily Mail ha scritto: “La cerimonia fu una decisione pragmatica della Regina Madre per mostrare ai collaboratori che le loro preoccupazione erano prese sul serio”.
Secondo Hardman anche la presenza di Elisabetta II sarebbe stata piuttosto sorprendente: “La defunta Regina aveva una fede salda, ma non era superstiziosa. Non aveva tempo per queste teorie stravaganti, ma aveva un forte senso della spiritualità, come Carlo”.
Elisabetta e sua madre avrebbero solo cercato di tranquillizzare lo staff spaventato, senza dare troppa importanza a delle storie che, con ogni probabilità, erano frutto di condizionamenti e superstizioni. Sandringham o Buckingham Palace sono piuttosto antichi, hanno ospitato generazioni di reali con le loro storie, gli intrighi, i misteri legati alle loro esistenze. Ciò conferisce a queste dimore un fascino particolare, rendendole ambientazioni perfette per racconti gotici e sinistre suggestioni.
Sarebbe molto più interessante, però, pensare che quei Palazzi conservano, in qualche modo, la memoria del
passato non come fosse un’ombra minacciosa che torna a turbare i vivi, da cui difendersi, di cui liberarsi, bensì come una grande eredità da preservare per chi li abita oggi, per i posteri, per chi ama la Storia.