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X, arriva la stangata milionaria dell'Ue: i tre punti contestati al social di Elon Musk

La Commissione Ue multa X per 120 milioni: violati accesso ai dati pubblici, trasparenza degli archivi pubblicitari e uso ingannevole del bollino blu. La piattaforma ha 60-90 giorni per proporre le correzioni richieste

X, arriva la stangata milionaria dell'Ue: i tre punti contestati al social di Elon Musk
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Concluse le sue verifiche, la Commissione europea ha deciso di comminare una multa da 120 milioni di euro a "X", motivandola con la violazione di tre punti del Digital Services Act (DSA), la normativa che regola per l'appunto i servizi digitali. Stando a quanto precisato da Bruxelles, l'ammontare della sanzione è stato stabilito sulle singole infrazioni e non in modo percentuale sul totale del fatturato dell'azienda controllata da Elon Musk. Ma quali sono le parti contestate alla piattaforma?

Il primo elemento ad essere contestato è l'impossibilità per i ricercatori idonei di accedere in modo indipendente ai dati pubblici anche tramite lo "scraping". Tale sbarramento, diversamente da quanto previsto dal DSA, impedisce l'analisi di informazioni che potrebbero consentire di disinnescare rischi sistemici nell'Unione Europea: una violazione punita con un'ammenda da 40 milioni di euro.

Altro punto è quello relativo agli archivi pubblicitari, che sarebbero stati utilizzati per realizzare annunci mirati agli utenti di X in violazione delle norme del DSA senza spiegare come questi vengano stabiliti. La trasparenza e l'accessibilità sono principi di fondamentale importanza del repository pubblicitario, dal momento che la consultazione e l'analisi di tali dati pubblicitari consente di individuare truffe, pubblicità false, campagne di minacce ibride e operazioni di informazione coordinate. In questo caso la violazione viene punita con una multa da 35 milioni di euro.

Terza contestazione, la più grave dal momento che comporta da sola un esborso di 45 milioni di euro, è quella relativa al meccanismo dietro la distribuzione del bollino blu per "utenti verificati". Anche in questo caso l'UE contesta la mancata trasparenza, visto che chiunque può pagare per ottenere la spunta di utente verificato senza che in realtà il social si prodighi per comprendere chi davvero si cela dietro quel profilo: si viola così quella parte del DSA che impedisce alle piattaforme online di vendere servizi ingannevoli. E questo non perché esse siano tenute a verificare l'identità degli utenti, ma per il fatto che spacciano per "verificato" un utente che in realtà non lo è.

Le indagini avviate nei confronti di X nel 2023 arrivano dunque a una svolta, anche se manca ancora la conclusione di quelle inerenti la diffusione di contenuti illegali e la manipolazione delle informazioni, tuttora in fase di svolgimento.

Ricevute le sanzioni, la piattaforma ha 60 giorni di tempo per rendicontare alla Commissione le misure che vuole adottare per risolvere il problema delle spunte blu e 90 per presentare un piano di soluzione della questione sul repository pubblicitario e sull'accesso dei dati pubblici a terze parti. A quel punto, entro un mese, la Commissione si pronuncerà, stabilendo i tempi di realizzazione del piano.

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