Fine delle vacanze per gli studenti, che oggi tornano tra i banchi. E tra le novità dell’anno scolastico 2011-2012 che si apre, c’è una lettera aperta del sindaco, Giuliano Pisapia, indirizzata ai ragazzi che ricominciano ad avere a che fare con libri, professori e interrogazioni. «A tutte e a tutti un grande in bocca al lupo!» scrive Pisapia nella lettera, diffusa attraverso la stampa, il sito del Comune e su Facebook. Pisapia si lascia andare alle memorie di quando lo studente era lui: «Il primo giorno di scuola è sempre un’emozione. Tutti noi ricordiamo questo momento della nostra vita come un passaggio cruciale e decisivo, un ricordo che negli anni si riempie di tenerezza e di affetto».
Il sindaco però, nella sua lettera, non nasconde di guardare con un occhio di riguardo le scuole statali rispetto a quelle paritarie. «È un nostro preciso dovere lavorare perché l’istruzione pubblica possa darvi una formazione moderna e completa e in grado di aiutarvi nel percorso di crescita e di cittadinanza». Al centro dell’insegnamento, aggiunge, c’è la Carta costituzionale, «fondamento della nostra democrazia, della nostra comune convivenza».
Agli studenti che tornano sui banchi sottolinea gli articoli della Costituzione che parlano di scuola e mette in evidenza le differenze tra scuola pubblica e scuola privata. Scrive: «La scuola pubblica è uno strumento fondamentale per la conoscenza dei diritti e dei doveri civici». Cita l’articolo 34, che garantisce i gradi più alti degli studi a tutti i capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi.
Ma soprattutto insiste sull’articolo 33 della Costituzione: «Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituiti di educazione, senza oneri per lo Stato». A colpire è proprio quel “senza oneri per lo Stato”, solitamente impugnato da coloro che sono contrari ai finanziamenti pubblici alle scuole non statali. E questo nonostante lo stesso deputato costituente che ha proposto l’emendamento «senza oneri per lo Stato», il liberale siciliano Epicarmo Corbino, non intendeva affermare un divieto per lo Stato di finanziare le scuole non statali, ma sancire l’assenza di un diritto costituzionale ai finanziamenti pubblici valido per qualsiasi scuola privata.
Insomma, la questione sottesa è il sistema delle scuole paritarie e l’opportunità degli aiuti alle famiglie che decidono di mandare i propri figli nelle scuole libere o private che dir si voglia.
La sottolineatura colpisce Mariolina Moioli, assessore all’Educazione della giunta Moratti e tra gli estensori della legge 62 del 2000 sulla parità scolastica. «Mi sembra una posizione ideologica. Io invece ritengo corretto il sistema misto pubblico e privato. È giusto che, come dice la Costituzione, i privati aprano da soli e con fondi propri le loro scuole, ma è corretto che le famiglie siano aiutate economicamente ad esercitare il diritto allo studio, che poi è il compito che tocca al Comune».
Moioli ironizza sulla lettera scritta da Pisapia agli studenti: «Se vuole fare gli auguri bene, ma quel che ci si attende da un sindaco è altro: il suo augurio vero sarebbe aiutare le famiglie. Faccia vedere che piano ha per le famiglie e al momento non vedo alcun piano». Aggiunge: «Lui deve aiutare le famiglie a svolgere il loro compito. E la scuola non viene prima della famiglia».
Tra i problemi del rientro certamente il caro libri. A Milano tra l’altro, secondo una ricerca di Contribuenti.
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