Quando la porta della camera di consiglio si è chiusa alle spalle del giudice Alessandro Bianchi, alle 11.03, tutti hanno capito che sarebbe stato ergastolo. Ma per mezzora parti civili, pm e legali di Olindo e Rosa sono rimasti col fiato sospeso. Tutta colpa di un fax, arrivato nel pomeriggio di martedì nellufficio del magistrato Massimo Astori. Un fax nel quale Azouz Marzouk, il tunisino che nella strage perse la moglie Raffaella Castagna e il figlio di due anni Youssef, sollevava «dubbi sulla dinamica della strage e sul ruolo dei coniugi Romano». Interrogativi spifferati ad alcune guardie carcerarie durante il viaggio in manette sul cellulare dal tribunale di Como al carcere di Vigevano, dove è detenuto per spaccio fino allespulsione che scatterà a gennaio. Scrivono gli agenti: «Azouz rivela che i suoi genitori, in Tunisia, hanno ricevuto la visita di un connazionale mai visto prima che avrebbe detto: Quei due lì con la strage non centrano nulla».
I taccuini dei giornalisti impazzano, gli avvocati dei coniugi Romano sono sbalorditi. Quelle frasi possono riaprire il caso. E invece no. Tutto rimane lettera morta. Nessun controllo, nessuna verifica. Così ha deciso la Corte, 7 ore prima di condannare allergastolo Olindo e Rosa, come chiedeva il pm e le parti civili. «È solo un escamotage per rimandare lespulsione», sibila il pm Astori. Azouz, chiamato come teste da Bianchi, smentisce di aver mai professato «dubbi» sui due imputati. «Ma ho paura per i miei genitori». Paura di chi? Di cosa? Gli avvocati, delusi, rilanciano. Chiedono altre perizie, su tutte quella psichiatrica. Niente.
Lultima carta della difesa è Olindo. Che accompagna con le sue dichiarazioni dinnocenza, i giurati che stanno per mandarlo in carcere a vita. «Io e la Rosa ci amiamo come il primo giorno, farei qualsiasi cosa per lei. Se siamo qui è perché quel 10 gennaio (giorno del loro arresto, ndr) eravamo nella disperazione, confusi, smarriti, soli e ci siamo aiutati a vicenda. Sbagliando».
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