La Austen era riveduta e corretta da un maschio

Jane Austen, simbolo della narrativa preromantica inglese, non andava troppo d’accordo con la grammatica. È uno dei grandi nomi del romanzo inglese in rosa ma la sua prosa elegante e i suoi personaggi dai sentimenti complessi non sono tutta farina del suo sacco. Accidenti agli studiosi che si trasformano in segugi; perché la professoressa Kathryn Sutherland dell’Università di Oxford è andata a pescare i manoscritti originali delle sue opere e ha scoperto un sacco di errori di grammatica e una povertà di linguaggio che non si ritrova nei florilegi linguistici dei suoi romanzi. Ma il colpo di grazia all’orgoglio femminile arriva dal fatto che l’editor - colui che ha rimesso in sesto le bozze della Austen affinandone lo stile - è un uomo: il poeta e critico William Gifford, che lavorava per John Murray, il secondo editore della Austen. Per documentare la «bomba» il Daily Telegraph di ieri ha pubblicato una pagina scritta a mano ed una stampata di Persuasione, il suo ultimo romanzo pubblicato postumo (la scrittrice è morta nel 1817), opera complessa e satirica nel tratteggiare le emozioni e i caratteri dei personaggi alle prese con il mondo che cambia e si evolve. È l’unico romanzo della Austen di cui è disponibile la prima bozza, ed è molto diversa stilisticamente da quella conosciuta da tutti. Certo la professoressa Sutherland non ha dato una bella immagine della Austen, ma l’ha fatto all’interno di uno studio durato tre anni in collaborazione con il King’s College London e la British Library, da cui è venuto fuori un sacco di materiale interessante che da domani il Telegraph mette online. «Comparando il manoscritto e il libro ufficiale - dice la Sutherland - si vede chiaramente che nel primo manca la delicata precisione delle descrizioni e dello stile il che vuol dire che qualcuno è intervenuto pesantemente. Gifford, che era un umanista noto per la sua pedanteria, ha trasformato il linguaggio della Austen. La Austen d’altro canto ha rotto le regole della scrittura inglese, era più creativa di quanto abbiamo sempre pensato. Era più vicina allo stile di Virginia Woolf, molto più avanti del suo tempo». Infatti da domani sul sito del quotidiano troveremo lettere private, bozze, racconti dagli esordi all’incompiuto Sanditon.

Non ci sono documenti sulle sue opere più importanti, Ragione e sentimento (1811), Orgoglio e pregiudizio (1813) ed Emma (1816) perché gli originali sono andati distrutti, ma uscirà - e si preannuncia interessante - il raro Storia d’Inghilterra. Di uno storico parziale, pieno di pregiudizi e ignorante, titolo quantomai appropriato dopo quel che è stato scoperto.

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