Auteuil, un poliziotto tra whisky e killer

Non esce in Italia il bel poliziesco marsigliese di Alain Corneau, Le deuxième souffle, che in ottobre aprì la Festa di Roma; ma esce il meno bello poliziesco marsigliese di Olivier Marchal, L'ultima missione (in originale Mr 73, cioè Manurhin 1973, pistola della polizia francese). Li accomuna anche Daniel Auteuil interprete; li oppongono i suoi personaggi: nel Deuxième souffle c’è un criminale-samurai in giacca e cravatta, ideato dall’ex condannato a morte José Giovanni; nell’Ultima missione c’è un poliziotto maleolente e malvestito, alter ego di Marchal. Quel che càpita a questo poveraccio evoca quel che capitava a Parigi in 36, quai des Orfèvres, sempre di Marchal, all’altro poliziotto di Auteuil, sempre un alter ego di Marchal. Siamo a Marsiglia, dunque, dove piove col sole e dove, in due ore di film, si vedono solo due telefonini. Auteuil reca il dolore per la moglie e la figlia fino ad abbrutirsi non col marsigliese pastis, ma col bolognese JB! E i colleghi lo screditano, perché lui, sebbene ubriaco, ha individuato un maniaco che non era da individuare... Nella realtà, quando si distraeva da casi che non avrebbe dovuto risolvere per volontà dei superiori, Marchal deve aver visto sia i film ambiziosi di Petri sul potere che uccide per sentirsi davvero potere, sia quelli meno ambiziosi ma più riusciti di Martino sui poliziotti-giustizieri.

Nell’Ultima missione Marchal ha così opposto questi filoni complementari in un polpettone tenebroso (la prima mezz’ora è notte profonda, in ogni senso) retto dal mestiere di Auteuil e tollerato solo dallo spettatore insensibile alle incongruenze.

L’ULTIMA MISSIONE di Olivier Marchal (Francia/Italia, 2007), con Daniel Auteuil, Catherine Marchal. 121 minuti

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