Auto-Abertis, Roma dice «no» al tetto del 5%

da Roma

Dopo i dubbi anticipati da Bruxelles, anche la Commissione affari europei della Camera boccia la previsione di un limite ai diritti di voto per le società di costruzioni presenti nell’azionariato di concessionarie autostradali, norma inserita nella riforma delle concessioni autostradali varata dal governo con il decreto che accompagna la Finanziaria. Il tetto (5%), limitato al voto per la nomina di amministratori, supera - come ha confermato il ministro Antonio Di Pietro - il divieto alla presenza di costruttori con cui il governo ha motivato lo stop alla fusione di Autostrade con Abertis, deciso il 4 agosto per il rischio di un conflitto di interessi (in Abertis è presente la società iberica Acs).
Le valutazioni sono state inserite nel parere sulla Finanziaria e sul decreto che l’accompagna. Il parere è «favorevole» a condizione che si provveda «a riformulare» la norma sui costruttori «in quanto contrastante con l’articolo 56 del Trattato», ovvero la norma sulla libera circolazione di capitali nel mercato interno Ue. Lo stop italiano alla fusione è al vaglio dell’eurocommissario Charlie McCreevy, il quale deve pronunciarsi sull’eventuale avvio di una procedura di infrazione.


La Commissione della Camera osserva che «limitando il diritto di voto delle imprese operanti nel settore delle costruzioni, il decreto instaura un trattamento differenziato e restrittivo degli investimenti effettuati da una particolare categoria di investitori. Da qui l’ostacolo al libero movimento dei capitali all’interno dell’Ue, e la dissuasione da parte delle imprese in questione dall’acquisire partecipazioni nelle società concessionarie autostradali».

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