Il tema è noto, si è cercato di risolverlo varie volte, ma la soluzione, in effetti, non è stata ancora trovata e consolidata. Parliamo di chi, e come, rappresenti il mondo dellauto nella sua totalità, nei dibattiti nazionali e nei confronti con lesecutivo.
Il mondo dellauto, in Italia, è formato da 36 milioni di vetture, uno dei parchi più estesi del mondo occidentale. Ogni anno si vendono, più o meno, 2 milioni di vetture nuove e 12 milioni di euro di ricambi; ci sono un po meno di 3 milioni di passaggi di proprietà di vetture usate, mentre circa 4mila concessionari operano sul nostro mercato. Insomma, una massa di interessi economici attorno a decine di migliaia di addetti, che non hanno una rappresentanza unitaria che dia alle loro esigenze una voce continua e costante che non cada nel corporativismo, ma rappresenti in maniera moderna, democratica e tecnicamente corretta, il mondo dellauto. Tutto questo circolante consuma milioni di litri di carburante lanno, versa salatissimi conti di tasse su benzina e gasolio (le cosiddette accise) e paga formidabili valori di Iva. Malgrado i nobili sforzi delle sue associazioni, che rappresentano i produttori nazionali, i 49 costruttori esteri, i concessionari, i punti assistenziali e così via, non riesce però a fare massa critica. Soprattutto in anni di crisi come questi, il settore della produzione e della distribuzione dellauto, che diventa sempre più complesso, ha bisogno di raccogliersi e formulare delle analisi e delle proposte credibili.
Qualcosa si muove su questo fronte, si è parlato di indire gli «stati generali» del settore, idea interessante, che vale la pena perseguire, se è un primo passo decisivo per arrivare a una forma di rappresentanza unitaria che sia un interlocutore forte, credibile e ascoltato dai ministeri competenti e dallesecutivo nella sua totalità.
*Presidente Areté Methodos
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