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Auto elettriche, scoppia la guerra dei prezzi: chi sale e chi scende

Ad aprire le danze è stata Tesla, che ha provocato una reazione a catena tra le principali concorrenti sul mercato

Auto elettriche, scoppia la guerra dei prezzi: chi sale e chi scende
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Scoppia la guerra dei prezzi tra le case produttrici di auto elettriche, una situazione da tempo prevista dall'amministratore delegato di Ford Jim Farley.

A iniziare a dare un taglio ai propri listini è stata Tesla, una scelta che ha comporato una reazione a catena. Le prime a rispondere presente e a scendere sul "campo di battaglia" sono state le cinesi Seres e Xpeng. Si sarebbe invece tirata subito fuori dall'agone, almeno a parole, Volkswagen che ha dichiarato di temere ripercussioni sul proprio bilancio aziendale. La casa tedesca, per il momento, sta dunque alla finestra, mentre gli altri concorrenti di Tesla pensano a come reagire concretamente.

Nei giorni scorsi Lucid e Toyota hanno preparato la loro contromossa, annunciando anch'esse dei tagli sui prezzi, mentre Volvo per ora sceglie di allinearsi alla strategia di Volkswagen. Se ciò non bastasse, Tesla ha reso ancora più ingarbugliata la vicenda, decidendo di ritoccare verso l'alto il prezzo di Model Y sul mercato cinese.

Le strategie

Come anticipato da Quattroruote, la strategia adottata da Lucid pare un po' rischiosa, essenzialmente per il fatto che le elettriche della società di Newark non beneficiano dei crediti fiscali da 7.500 dollari. I prezzi delle vetture, infatti, sono decisamente superiori alla soglia fissata per accedere a tale incentivo, ovvero 55mila dollari oppure 80mila per pick-up e Suv. In effetti i costi di Air (da 87.400 dollari), Air Touring (da 107.400) e Air Grand Touring (da 138mila) sono fuori quota.

Per favorire l'acquisto delle proprie auto elettriche, tuttavia, è stato annunciato un incentivo di pari valore rispetto a quello statale (7.500 dollari): a coprirlo sarà interamente la casa automobilistica. "Pensiamo che i nostri clienti meritino ancora un credito di 7.500 dollari per la scelta di un veicolo elettrico", ha dichiarato il responsabile commerciale Zak Edson.

Sul mercato cinese, Toyota si è mossa nello stesso modo: il costo di bZ4X è stato tagliato di 30mila yuan (circa 4.100 euro), scendendo da 199.800 yuan (27.340 euro) a 169.800 yuan (23.240 euro). Una diminuzione che avrà carattere temporaneo, ma della quale non si conoscono le tempistiche di scadenza.

Volvo chiude la porta alla possibilità di riduzioni di prezzo, seguendo quindi il percorso già tracciato da Volkswagen. "La domanda per i nostri veicoli a batteria è la più alta che abbiamo mai visto. Non abbiamo alcuna intenzione di ridurre i prezzi", ha dichiarato qualche giorno fa l'ad della casa di Wolfsburg Oliver Blume. Fisker, che non ha mai messo mano sul listino prezzi neppure quando le sue concorrenti lo avevano fatto, manterrà i costi attuali.

General Motors, Kia e Hyundai faranno altrettando, lasciando invariati i prezzi di listino, a differenza di Ford, che ha già tagliato il costo di Mustang Mach-E sul mercato Usa (- 4.500 dollari). Tra chi sceglie di restare immobile e chi preferisce sforbiciare i prezzi per guadagnarsi una più ampia fetta di mercato, tuttavia, c'è anche chi si muove in direzione opposta: Bmw ha infatti già incrementato il costo di alcune sue elettriche vendute in Cina.

E Tesla? Dopo aver agitato le acque con il suo annuncio, provocando un'inevitabile reazione a catena e incrementando fin da subito il numero delle richieste, ha rialzato dello 0,8% (+ 2mila yuan), il prezzo di Model Y nel mercato cinese.

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