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"In Commissione immobilismo preoccupante", continua la battaglia italiana sui biocarburanti

La battaglia dell'europarlamentare Fi-Ppe Massimiliano Salini: "Gli e-fuel non sono l'unica soluzione in vista dello stop a diesel e benzina"

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Continua lo scontro all'interno dell'Unione Europea in vista dello stop alle auto a benzina e diesel previsto per il prossimo 2035: da una parte c'è chi spinge esclusivamente verso l'adozione degli e-fuel, tanto cari alla Germania, dall'altra chi, come il nostro Paese, continua a perorare la causa dei biocarburanti, facendo leva proprio su quanto previsto dal Considerando 11 del regolamento.

A denunciare un certo preoccupante immobilismo della Commissione europea è l'europarlamentare Fi-Ppe Massimiliano Salini, che quest'oggi è intervenuto in Commissione Trasporti in qualità di relatore per il Partito popolare del parere sul nuovo regolamento relativo alle emissioni di CO2 per i veicoli pesanti.

"Secondo indiscrezioni che circolano a Bruxelles, contrariamente a quanto promesso alla Germania per ottenerne il voto in Consiglio, l'esecutivo Ue nulla starebbe facendo, né al momento intenderebbe fare, per redigere i famosi atti delegati annunciati a seguito dell'accordo sugli e-fuel e i nuovi standard di CO2 per le auto", denuncia il rappresentante di Forza Italia.

Tutto questo mentre, spiega Salini, nell'Europarlamento prosegue lo scontro sullo stop a benzina e diesel. "La nostra battaglia per salvaguardare il motore a scoppio e includere i biocarburanti, prodotti principalmente in Italia, continua sul nuovo regolamento degli standard CO2 per i mezzi pesanti e sul regolamento Euro 7", dichiara ancora l'esponente del Ppe, "la cui discussione avrà un forte impatto sull’intera legislazione europea dei trasporti, auto incluse".

Il Partito popolare europeo si è già mosso, presentando una serie di emendamenti a antrambi i testi, "modifiche che prevedono una definizione di carburanti neutri in grado di includere i biocombustibili, oltre agli e-fuel". Se tale definizione venisse accettata, si verrebbe a creare un precedente importante e non trascurabile, anche nell'ambito dell'interpretazione di altri testi normativi. "Ricordiamo che nel Considerando 11 del regolamento, che impone lo stop alle auto diesel e benzina dal 2035, si parla solo di 'CO2 neutral fuels' e non dei carburanti sintetici che si vorrebbe far credere essere l’unica soluzione green sostenibile per mantenere in vita il motore a scoppio", puntualizza Salini. Ecco perché, sul piano squisitamente tecnico, sarebbe scorretto escludere i biocarburanti,"la cui neutralità, come gli e-fuel, si basa su una compensazione tra la CO2 sottratta nella produzione e quella emessa nell’utilizzo dei veicoli".

Resta prioritario, spiega ancora l'esponente del Ppe, passare "al conteggio delle emissioni 'Tail-pipe' (tubo di scarico) al più realistico sistema 'Life cycle approach', che calcola le emissioni nell'intero ciclo produttivo dei combustibili e del veicolo".

Innanzitutto va tutelato il principio di neutralità tecnologica, per traghettare il settore automotive attraverso un percorso realistico e non ideologico: "Se l’energia che alimenta i mezzi elettrici viene prodotta con carbone o fonti fossili", considera in conclusione Salini, "è assurdo e ipocrita presentare l’abolizione del motore a scoppio e l’elettrificazione nei trasporti come la panacea green che risolverebbe il problema delle emissioni di CO2".

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