"Design, prestazioni e modalità d'acquisto: vi svelo i segreti del successo di Polestar"

Alexander Lutz, direttore generale Italia del marchio svedese controllato da Volvo Cars, in esclusiva su ilGiornale.it, racconta i progetti futuri, le prossime vetture e le ambizioni di Polestar

"Design, prestazioni e modalità d'acquisto: vi svelo i segreti del successo di Polestar"

Guidare un marchio a 38 anni è qualcosa di strano nel mondo dell'automotive. Eppure in Polestar è realtà. Alexander Lutz, direttore generale Italia del marchio svedese controllato da Volvo Cars, nonostante l'anagrafica di esperienze alle spalle ne ha parecchie. Ha lavorato sia per Maserati sia per Audi e da qualche mese ha intrapreso una nuova sfida in una paese al momento poco incline all'elettrico.

Introdurre un nuovo marchio sul mercato non è mai semplice, soprattutto se parliamo di fascia premium, come nel vostro caso. In che modo Polestar riuscirà a conquistare l'Italia?

"La visione di Polestar è perfettamente in linea con le richieste del mercato italiano. Conosciamo il mercato italiano premium e noi, facendo parte di questa fascia alta, siamo in grado di mettere in campo auto capaci di incarnare un eccellente design, alte prestazioni e la massima sostenibilità. Quando un cliente italiano guiderà le nostre auto capirà e apprezzerà subito il loro valore. Il prodotto in sé, per noi, è soltanto la punta dell'iceberg, perché l'“essere premium” deriva anche da altri aspetti. Ad esempio, dal nuovo sistema di acquisto, che sarà solo online e risulterà trasparente al 100%, con il prezzo delle vetture sempre visibile sul sito di Polestar. Acquistare una Polestar sarà inoltre facile e confortevole, visto che si potrà ordinare l'auto direttamente da casa propria. Per completare il quadro, abbiamo appena avuto un Roadshow a Milano, dove i clienti hanno potuto toccare con mano le nostre auto. In futuro faremo tante altre tappe simili. In definitiva, il nostro è un sistema premium formato da un prodotto di livello e da una modalità di acquisto semplice e veloce".

Polestar

In passato lei ha lavorato per marchi premium storici come Maserati e Audi. Cosa distingue Polestar da questi brand e cosa invece c'è da imparare dalle esperienze professionali passate?

"Tutti noi proveniamo da esperienze lavorative in altri marchi e tutti abbiamo qualcosa da imparare dal passato. Del resto, con Polestar abbiamo iniziato da poco. La nostra azienda è formata da persone che hanno background tra loro molto diversi. Il mio, nello specifico, è nell'automotive. Ho imparato a conoscere il mondo del premium in Audi e Maserati".

Uno dei focus principali è il design.

"Dal nostro punto di vista, il design è molto importante, e in futuro lo sarà sempre di più. Siamo convinti che nella rivoluzione delle auto elettriche siano importantissimi i sensi, come la vista e il tatto, entrambi fondamentali per assaporare il design. E in Polestar il CEO Thomas Ingenlath ha fatto vedere che questo è un punto unico. Possiamo dire che nel design abbiamo una strategia simile a quella di un'azienda americana che inizia con la lettera “A”". Aggiungo infine che il design è dato anche dalla customer experience online e dagli interni dell'auto, dove abbiamo un'esperienza senza eguali. In più possiamo contare sulla forza del gruppo Geely, con Lotus, Volvo e altri brand, e che per un nuovo marchio come noi rappresenta un grande vantaggio. Insomma, non siamo una start-up che deve partire da zero".

Polestar 2

Ha parlato di design. Noi abbiamo avuto modo di provare la Polestar 2, apprezzandone i materiali, la sostenibilità, la potenza. Quali sono i punti di forza della vettura?

"La Polestar 2 è la nostra prima macchina lanciata in Italia. Secondo me è un prodotto completo, che abbraccia design e prestazioni. Anche perché Polestar nasce nel mondo delle gare su strada, e quindi siamo veloci nello sviluppo. Guidando una nostra auto si percepiscono i vantaggi che si hanno quando ci troviamo a bordo di un BEV (Battery Electric Vehicle, ndr). Ma Polestar offre prodotti di qualità che hanno un setup che fa respirare anche il mondo delle gare".

Esiste un target di cliente al quale intende rivolgersi Polestar?

"Non abbiamo mai realizzato una macchina per un target specifico di clienti. Abbiamo creato auto che ruotano attorno a questi concetti: design, esperienza di guida piacevole, sostenibilità, alte prestazioni. Posso però dire che abbiamo visto che i clienti sono gli stessi del premium tedesco. E quindi Audi, Bmw, Mercedes e Porsche".

In un momento delicato come questo avete una straordinaria velocità nella consegna delle auto che garantite in appena quattro settimane. Come ci riuscite?

"Quando siamo entrati in questo mercato abbiamo garantito una produzione tale da avere macchine sufficienti sin dall'inizio. Come detto, siamo una start-up che non è una start-up. Siamo inoltre ancora un marchio esclusivo, con 51.500 auto vendute l'anno scorso e 70.000 su strada. Per noi, poter assicurare ai clienti una consegna in appena quattro settimane, è un grande vantaggio. Questa è stata una decisione dell'azienda, perché abbiamo visto che c'era una precisa domanda di mercato. Siamo sicuri che il nostro marchio abbia un buon allineamento con il mercato italiano e vogliamo esserci".

Polestar 3

La Polestar 3 strizza l'occhio ai clienti che chiedono un'auto più grande. Che aspettative avete?

"Alla fine del 2023 inizieremo con Polestar 3 in Italia. Attualmente non esiste nessuna auto che abbia un design completo come il suo. È infatti un Suv aerodinamico e può vantare l'introduzione di una smart zone. In passato le auto dovevano far respirare il motore con l'aria; in futuro non più. La macchina deve pensare, percepire, vedere. Abbiamo quindi numerosi sensori, oltre a 517 cavalli e un'autonomia di oltre 600 chilometri. Polestar 3 sarà dunque un'auto completa e sportiva. Sono curioso di sapere cosa penserà la gente quando la vedrà su strada. Personalmente, penso che sia molto più vicina al top della gamma dei marchi italiani che non di quelli tedeschi".

Capitolo transizione verso l'elettrico. L'Italia sta guidando una sorta di “rivolta” in Europa per modificare o prorogare i tempi della transizione. Secondo lei cosa possiamo aspettarci da qui alla fatidica data del 2035?

"Era tutto ok fino a tre settimane fa... Ma in ogni caso non considero quanto accaduto un grosso problema. Per gli E-fuels di brand come Ferrari e Porsche non sarà un problema. Anche nel 2050 ci saranno in giro auto simili, proprio come oggi vediamo splendide auto degli anni '60 e '70 circolare su strada. Noi sappiamo da anni che il BEV è la macchina del futuro. Non dobbiamo più fare studi o ricerche: sappiamo che l'auto BEV rappresenta il modo sostenibile per trasportare le persone. E noi, come Polestar, dobbiamo fare la nostra parte per migliorare l'ambiente. Siamo consapevoli che in Europa ci sono alcuni ritardi. Spero però che l'Italia e altri Paesi facciano la cosa giusta per il mondo, che poi è esattamente ciò che abbiamo intenzione di fare noi. Noi siamo sicuri che la macchina elettrica sia l'inizio della soluzione".

Polestar 6

Cosa pensa della rete infrastrutturale in Italia e perché nell'italiano medio c'è una sorta di scetticismo?

"Per quanto riguarda il tema dell'infrastruttura italiana ritengo che la percezione delle persone non coincida con la realtà. Chi ha una presa a casa potrebbe tranquillamente avere un'auto elettrica. La Polestar 2 ha un'autonomia di quasi 500 chilometri e in futuro arriveremo con altri modelli a oltre 600, quindi la ricarica non sarà un ostacolo. La macchina BEV funziona già abbastanza bene in Italia, dove le persone non devono avere paura di ricaricare le vetture. È facile avere un'auto elettrica, ed è già fattibile con un'auto come Polestar. Per altri brand, che magari hanno un'autonomia di 200 chilometri, è un altro discorso. Ma posso assicurare che il 99% degli italiani potrebbe tranquillamente usare una macchina come Polestar 2. Poi, certo, dobbiamo fare di più. Dobbiamo migliorare a livello infrastrutturale. Ma la condizione non è così male come spesso viene percepita. Credo sia molto importante lavorare sull'education del cliente. Dargli una macchina, fargliela provare così che possa toccare con mano la sua efficienza".

Quali sono le armi di seduzione che ha Polestar per convincere un italiano ad acquistare una sua auto?

"Potrei partire, come anticipato, dal design: quando un cliente vede Polestar desidera guidarla. Poi le prestazioni, alte e di livello, e infine la modalità di acquisto. Abbiamo un sistema veloce e trasparente, il prezzo è fisso e il cliente non deve mai pensare ad un possibile prezzo migliore. Per le aziende, inoltre, è importante sottolineare il fatto che possiamo contare su una rete Volvo, con 66 punti di servizio in tutta Italia. Nel caso in cui dovesse succedere qualcosa alla vettura offriamo un Pick up and Delivery. In sostanza, noi vogliamo aggiungere tempo al cliente con un prodotto di alta qualità e non fargli perdere tempo. Oggi sappiamo che il mondo gira sempre più veloce. Una macchina deve essere piacevole, bella e capace di non far perdere tempo al cliente".

L'auto si compra online e avete due showroom. Non serve più la presenza fisica?

"La missione di Polestar in Italia è rendere il mondo digitale più umano. Lo abbiamo visto anche durante la pandemia di Covid-19: tutti abbiamo usato la tecnologia ma alla fine serve sempre un'esperienza fisica. Per quanto ci riguarda, adesso abbiamo due space ma in futuro ne avremo di più. Al loro interno mettiamo in contatto le due cose che più contano: la persona e il prodotto. L'esperienza digitale non potrà mai sostituire l'esperienza reale".

Polestar 5

Ci può anticipare qualcosa suoi prossimi modelli di Polestar e sui vostri obiettivi futuri?

"Abbiamo mostrato già tutti i modelli fino alla Polestar 6, tranne la 4. La 6 è il nostro ultimo prodotto, è una auto stupenda così come la 5. Sono state entrambe sviluppate dal nostro R&D in Uk. Per quanto riguarda le piattaforme, come detto, il BEV, l'auto elettrica, è il nostro inizio. Dobbiamo però pensare ad altro. Il "Progetto zero" è la nostra stella polare. Nel 2030 vogliamo produrre una macchina senza emissioni. Ma intendo veramente zero emissioni. E per una macchina che è formata da decine e decine di migliaia di pezzi è abbastanza complicato. Adesso non sappiamo ancora come concretizzare il tutto ma questo è il nostro futuro, dato che la nostra missione consiste nella diminuzione delle emissioni. Vogliamo farlo in modo piacevole, con un prodotto bello e divertente da guidare".

Quindi l'idea è di rendere a impatto zero l'intera catena di produzione dell'auto.

"Sì, tutta la catena, dall'inizio alla fine: dall'energia impiegata alla fabbrica passando per i materiali utilizzati. Un paio di anni fa tutti dicevano che era impossibile.

Adesso abbiamo diversi partner che vogliono rendere insieme a noi questo obiettivo realizzabile. Ci sono al momento più di 10 grandi aziende che lavorano con noi e che condividono la nostra missione: puntare su una macchina sostenibile e senza emissioni. Ci vogliamo e dobbiamo almeno provare".

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