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"Puntiamo a creare una rete europea ultra fast. La politica? Ci aiuti a snellire la burocrazia"

Elena Airoldi, Country manager Italia di Ionity, in esclusiva su ilGiornale.it, racconta le ambizioni di Ionity e non solo

Elena Airoldi di Ionity: "Puntiamo a creare una rete europea ultra fast. La politica? Ci aiuti a snellire la burocrazia" Esclusiva

L'obiettivo è di quelli ambiziosi: creare una rete europea di ricarica ultra fast. E lo dice con orgoglio la giovanissima Elena Airoldi, country manager Italia di Ionity.

Ma partiamo dall'inizio, cos'è Ionity?

"È una joint venture di più case automobilistiche formata dal Gruppo BMW, Ford Motor Company, Hyundai Motor Group, Mercedes Benz AG e Volkswagen Group con Audi e Porsche, e alle quali poi si è aggiunto anche BlackRock come investitore finanziario".

Come funziona il rapporto con le case automobilistiche?

"Le case automobilistiche sono i nostri stakeholder, ovvero chi ha scelto di partecipare alla joint venture. Sottolineo che il cliente che acquista un'auto di uno dei nostri stakeholder può contare su tariffe agevolate per caricare presso le colonnine Ionity".

Qual è la vostra particolarità?

"Creare una rete europea di ricarica ultra fast. A oggi siamo presenti quasi in tutta Europa, precisamente in 24 Paesi. Ci mancano soltanto Romania, Ucraina e Moldavia. Poi abbiamo una seconda peculiarità: i nostri sono i charger più potenti presenti sul mercato. Ogni colonnina può infatti erogare fino a 350 kilowatt di potenza e ha un unico connettore. Le altre in giro ne hanno due, quindi se ci sono due auto che caricano temporaneamente, quei mezzi si dividono la potenza. Con noi non succede niente di simile".

Oslo-Milano, andata e ritorno con Mercedes-Ionity: guarda le foto 2

Audace e quasi impopolare l’impresa tentata (e pienamente riuscita) di Mercedes Italia assieme a Ionity, per far provare l’esperienza di un super viaggio a zero emissioni, da un punto all’altro dell’Europa. Da Milano a Oslo e ritorno, in sei giorni. Qual era il vostro obiettivo e cosa dimostra questa esperienza secondo lei?

"L'obiettivo era quello di dimostrare che i viaggi lunghi - e quindi non soltanto il viaggio a tappe più sullo stile turistico in cui magari ti fermi, vai a visitare qualcosa e poi riparti - ma proprio i viaggi lunghi fatti velocemente per raggiungere un punto specifico che in genere si fanno con un motore termico si possono fare senza problemi e allo stesso modo con l'elettrico. Le stesse soste tecniche che farei con un'auto termica le posso fare con l'elettrico, non mi serve fermarmi di più e posso restare nelle autostrade, cosa fondamentale perché non sono obbligata a uscire e a cercare una colonnina da qualche parte. Quindi con la nostra rete di ricarica Ionity ad alta potenza e con le nuove tecnologie della auto elettriche Mercedes oggi viaggiare su lunghe tratte è una realtà. Questa era quello che volevamo dimostrare con questo viaggio ed è quello che abbiamo effettivamente dimostrato.

Qual è il programma di crescita di Ionity da qui ai prossimi 5 anni?

"Ionity ha un grosso obiettivo: quello di arrivare entro il 2025, a livello europeo, ad avere 7.000 colonnine installate. Un numero che equivale a più di mille stazioni di ricarica".

Passiamo al tema della certificazione dell'energia. Puoi spiegarci come si certifica l'energia e qual è il valore aggiunto di Ionity in tutto questo?

"Ionity acquista soltanto energia 100% certificata rinnovabile tramite le GO, e cioè le garanzie di origine. Stiamo parlando di certificati che attestano come il quantitativo di energia erogato dalle stazioni Ionity sia stato tradotto da fonti rinnovabili. La garanzia di origine è una certificazione fondamentale per far sì che l'intero sistema sia sostenibile. Detto altrimenti, le GO attestano che in un punto qualsiasi d'Europa un megawattora di energia è stato prodotto tramite rinnovabili (voltaico, eolico e via dicendo), e che lo stesso identico quantitativo può essere immesso sul mercato. Ci deve infatti essere un tot di megawattore di energia prodotte tramite rinnovabile affinché possa esistere un numero corrispettivo di GO. A quel punto, se ci sono abbastanza megawattore, allora si può vendere l'energia rinnovabile. Questo è il motivo per cui, erogando soltanto energia certificata dalle colonnine, si dice che la mobilità elettrica aiuta lo sviluppo delle rinnovabili. Perché più c'è la domanda e più deve esserci un'offerta. Di conseguenza, installando più colonnine che erogano energia rinnovabile si aumenta questa richiesta. È un ciclo virtuoso continuo".

Oslo-Milano, andata e ritorno con Mercedes-Ionity: guarda le foto 11

Come nasce l'idea di installare una colonnina in un determinato luogo?

"Quando ci troviamo a scegliere dove installare una colonnina guardiamo sicuramente agli snodi più strategici a livello di traffico. La localizzazione, dunque lungo le principali autostrade europee, è fondamentale. Ma lo è altrettanto il fatto che nel sito selezionato vi siano amenities, ovvero servizi da offrire ai nostri clienti, che impiegano circa 10-15 minuti per caricare le loro auto. Nei pressi di una colonnina devono esserci bar, ristoranti, centri commerciali o altri servizi analoghi".

Dal suo punto di vista in futuro potrà cambiare il concetto di stazione? Magari con l'introduzione di servizi collaterali per i clienti...

"Di base le nostre colonnine sono efficaci, sono il massimo che puoi trovare sul mercato. Allo stesso tempo è però molto importante investire sui servizi che sorgono dove sono presenti le stesse colonnine. Anche perché così si instaura una relazione win-win tra noi e coloro che operano nei bar e ristoranti situati nelle zone limitrofe. Sul nostro sito di www.Ionity.eu abbiamo una sezione, un form, dove chiunque può candidare la propria struttura o suggerirci dove poter installare le nostre colonnine".

I costi delle colonnine sono a vostro carico?

"Dicevo del rapporto win-win che si viene a creare. Il proprietario di un bar o di un ristorante ha infatti un doppio vantaggio: innanzitutto gli portiamo clientela aggiuntiva. Dopo di che, e rispondo alla sua domanda, l'investimento è interamente a nostro carico. Sia la parte di installazione che la connessione alla rete e anche la successiva manutenzione. Paghiamo inoltre un canone di locazione".

È verosimile, tra un paio di anni, attenderci una stazione ricarica rapida ogni 50-60 chilometri?

"È una stima credibile. Le faccio un esempio: lungo l' “autostrada Adriatica” abbiamo un sito a San Benedetto e uno a Civitanova Marche. La distanza tra i due luoghi è proprio quella indicata: tra i 50 e i 60 chilometri".

Quale ruolo stanno giocando la politica e le istituzioni locali nella creazione della vostra rete di distribuzione?

"La politica e le amministrazioni locali dovrebbero cercare di semplificare l'iter burocratico, e quindi la fase di richiesta dei permessi, così da velocizzare lo sviluppo e l'attivazione delle stazioni di ricarica delle colonnine. Sono molto importanti anche le tempistiche relative alla connessione alla rete delle stesse colonnine da parte del distributore. Per quanto mi riguarda, ho iniziato a lavorare in Ionity circa quattro anni fa. È passato un po' di tempo e noto alcune differenze sostanziali. Adesso quando interagiamo con le amministrazioni locali si notano passi in avanti. Certo, non c'è ancora una normativa specifica per il nostro tipo di prodotto, e questo può pesare".

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Mi faccia un esempio concreto

"Avevamo individuato un terreno sul quale volevamo installare una colonnina di ricarica fast. Era un terreno agricolo, e lato c'era un grosso benzinaio. Abbiamo presentato i permessi richiesti ma l'amministrazione locale di quel territorio li ha rifiutati. Motivo: le stazioni petrolifere esistono da decenni, e nel loro caso la politica ha previsto di poter andare in deroga. Nel nostro caso, visto che il nostro prodotto è nuovo, non è ancora possibile. Ci vorrà ancora un po' di tempo per superare questo ostacolo. Eppure non ci vuole molto per intuire chi, tra la stazione petrolifera e una colonnina, possa inquinare di più un terreno agricolo".

Sul lato dell'allacciamento il problema riguarda il fornitore di energia?

"Esatto".

Che tempistica abbiamo in quel caso?

"Variabili. Possiamo passare da un periodo di due o tre mesi ad oltre un anno".

Che tempi ha, invece, la burocrazia?

"Il processo di permessi dipende molto dall'area nella quale sorgono le colonnine. Se è un'area paesaggistica i tempi si dilatano. Altrimenti, di norma, parliamo di una trentina di giorni".

Le colonnine sono presenti anche in città?

"Stiamo iniziando. A Roma, ad esempio, abbiamo aperto una stazione circa un mese fa, c'è, dunque, anche l'idea di installare stazioni in città.

E poi a maggio ad Affi (Verona) apriremo la più grande stazione Ionity d'Europa".

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