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Eterea Iperleggera, ode al mondo analogico: una scultura dinamica a Milano AutoClassica

Eterea debutta a Milano con Iperleggera, una Porsche 964 reinventata: 990 kg, un boxer da 300 CV e una filosofia che rimette al centro leggerezza, emozione meccanica e visione sartoriale

Eterea Iperleggera, ode al mondo analogico: una scultura dinamica a Milano AutoClassica
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Nel mosaico di luci e metalli del Salone di Milano AutoClassica, dove ogni stand sembra custodire un frammento di storia dell’automobile, il debutto di Eterea non passa inosservato. È un ingresso misurato, ma carico di significato: niente effetti speciali, solo un prototipo che parla da solo. Si chiama Iperleggera ed è l’ultima creatura del nuovo marchio italiano fondato dal car designer Andrea Di Buduo, un nome che gli appassionati riconoscono per i suoi anni trascorsi tra Bertone, Ford, Lincoln e Changan.

La filosofia dietro a questo progetto è chiara sin dal primo sguardo: riportare al centro leggerezza, artigianalità e pura emozione meccanica. Non un semplice restomod, ma un passo ulteriore, un concetto che Eterea definisce “neolog”: reinterpretare l’eredità analogica senza tradirla, trasformando la tradizione in un dispositivo narrativo contemporaneo. È una posizione controcorrente in un settore che tende all’elettrificazione totale, alle interfacce digitali e al peso crescente di sicurezza e batterie.

Da cosa nasce

Il prototipo esposto nasce sulla piattaforma della Porsche 911 (964) Cabriolet, scelta non casuale: la 964 è l’anello di congiunzione tra la classicità pura e la modernità, perché è ancora raffreddata ad aria ma capace di un dialogo tecnico più evoluto rispetto alle generazioni precedenti. Da qui parte un lavoro di sottrazione meticoloso: alluminio, fibra di carbonio, componenti riprogettati o eliminati. Il risultato è un peso complessivo di 990 kg, un valore che oggi appartiene quasi esclusivamente al mondo delle auto da competizione. L’obiettivo è una sola parola: essenzialità.

Il motore rimane un sei cilindri boxer raffreddato ad aria, in versione elaborata, con interventi su aspirazione e scarico che portano la potenza a 300 CV. Il rapporto peso/potenza scende sotto i 3,3 kg/CV, un dato che avvicina Iperleggera a sportive moderne come la Porsche Cayman GT4, pur mantenendo una dinamica completamente analogica: niente filtri, niente algoritmi a correggere le traiettorie, nessuna mediazione elettronica fuori da quella strettamente necessaria.

Una scultura dinamica

Per chi cerca di più, Eterea annuncia sin da ora l’arrivo, nel 2026, di un motore da 3.8 a 4.3 litri, oltre 400 CV e coppia superiore ai 400 Nm. Un secondo capitolo che amplia il ventaglio delle possibilità senza alterare la filosofia del progetto. "Iperleggera è una scultura dinamica", spiega Di Buduo. Un termine che potrebbe sembrare enfatico, ma che trova una sua coerenza se si considera la struttura del brand. Eterea infatti nasce dalla collaborazione di cinque realtà manifatturiere italiane — Antonicar, AURA[X], Mabert, Officine Guidi e Sifral Classic — che da anni operano nella prototipazione, nel restauro e nella piccola serie.

L’approccio è sartoriale: ogni vettura è costruita a mano, modellata sulle richieste del cliente, seguendo un modello di produzione flessibile che rifiuta la standardizzazione. L’esperienza di acquisto è divisa in due percorsi paralleli. Da un lato quello digitale, con il Club Eterea, che offre un configuratore esclusivo e un accesso riservato alla community. Dall’altro quello analogico, fatto di visite, test, incontri diretti con gli artigiani. Un ritorno al rapporto fisico con l’auto, con la sua materia.

Eterea Iperleggera è visibile a Milano

Iperleggera è visibile in anteprima a partire dal 21 novembre

2025, sempre a Milano AutoClassica, e disponibile per l’acquisto dalla primavera 2026. In un settore che corre verso la digitalizzazione totale, Eterea sceglie di rallentare e di dare valore al mondo analogico. Anche se più leggero.

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