Torino, ore 11:15. La luce taglia le vetrate della Palazzina di Mirafiori come un proiettore teatrale. Davanti, centinaia di volti. Dietro, quasi cento anni di storia automobilistica compressi in un’architettura razionalista che oggi rinasce, rimboccandosi le maniche e tornando a essere il centro pulsante di un’industria che è alla ricerca di una nuova direzione. Ed è qui che John Elkann, con la voce misurata e lo sguardo di chi sa bene cosa significhi pronunciare parole pesanti, mette sul tavolo la nuova carta di Stellantis: la Fiat 500 Hybrid.
Un’auto semplice, popolare, immediata e proprio per questo tremendamente strategica. Perché mentre Bruxelles accelera sull’elettrico, i clienti, dice Elkann, stanno mandando un messaggio opposto: “ridateci la libertà di scegliere”. Un concetto che, detto così, sembra quasi banale. E invece è la chiave di volta dell'intero discorso: “Non tutti sono disposti a farsi dire quale auto acquistare. Vogliono la scelta più conveniente per loro”. Un manifesto politico, prima che industriale.
Gli investimenti per l’Italia
Elkann non attacca, ma ricorda gli investimenti realizzati a Mirafiori: la 500 elettrica del 2020, il Battery Technology Center, la linea eDCT, il Circular Economy Hub. L’Italia che prova — tra difficoltà e orgoglio — a presentarsi come Europa produttrice, non soltanto come piazza di vendita. La narrazione è chiara: Stellantis è pronta, l’industria europea è pronta. Chi non lo è, per ora, è il mercato.
Ed ecco perché la nuova Fiat 500 ibrida diventa più di un’auto: è un ponte, una tregua intelligente tra ciò che si deve fare e ciò che gli automobilisti sono ancora pronti a fare. L’Europa, sostiene Elkann, non può permettersi di sbagliare questa transizione. E se le regole attuali non funzionano, allora bisogna riscriverle. Ed è per questo, afferma Elkann, che il lancio della 500 Hybrid rappresenta una risposta a una necessità molto concreta: “Da oggi, oltre alla Fiat 500 elettrica, offriamo la possibilità di scegliere una Fiat 500 ibrida: pratica, ecologica, sicura, confortevole, versatile e accessibile”.
La 500 che torna alle origini guardando avanti
Esteticamente, la nuova Fiat 500 Hybrid resta fedele alla formula che l’ha resa un’icona urbana. Linee morbide, proporzioni gentili, la solita aria sbarazzina di chi sa piacere senza mai ostentare. Le varianti raccontano quattro personalità diverse:
- Pop: la più semplice e autentica;
- Torino: la serie speciale che sfoggia badge dedicati e dettagli bruniti;
- Icon: elegante e tecnologica;
- La Prima: la 500 “del sabato sera”, curata, luminosa, premium.
Dentro si respira la stessa filosofia della sorella elettrica. Schermo da 10,25”, strumentazione digitale, connettività totale, comfort crescente salendo di gamma: sedili riscaldabili, retrocamera ad alta risoluzione, vetri privacy, tetto panoramico. Minimalista ma accogliente, la 500 Hybrid capisce cosa serve davvero nell’uso quotidiano e lo restituisce senza fronzoli.

Sotto il cofano, la soluzione scelta è pragmatica: il 1.0 FireFly mild-hybrid da 65 CV, supportato da un generatore elettrico a 12 volt. Non un atleta, ma un motore coerente con lo spirito della vettura: consumi bassi (5,2–5,4 l/100 km WLTP), manutenzione semplice, costi contenuti. Disponibile come hatchback, cabrio e — dal 2026 — nella variante 3+1.
I prezzi sono competitivi, e volutamente aggressivi:
- Pop da 17.900 euro (promo);
- Torino da 20.900;
- Icon da 21.400;
- La Prima da 24.400.
È una scelta quasi brutale: la 500 vuole essere alla portata di tutti. Vuole inviare le persone in concessionaria. Vuole ridare ossigeno alla catena del valore, soprattutto italiana.
Più di un’auto, meno di un compromesso: la scelta necessaria
Elkann chiude il suo intervento con un gesto simbolico: torna a indicare la Palazzina. Il passato che incontra il futuro. L’icona Fiat che si riallaccia alla città. Il messaggio è chiaro: Mirafiori non è un museo. È un laboratorio. “Qui a Torino batte il cuore della Fiat", ricorda. E poi aggiunge: "La nuova Palazzina sarà un luogo aperto, progettato per favorire la collaborazione e il dialogo".
La 500 Hybrid, allora, diventa la scintilla. Non la definitiva vincitrice della guerra tecnologica, ma l’auto che prova a rimettere in moto una transizione troppo spesso pensata a tavolino e troppo poco sulla strada. La Fiat 500 era nata per far ripartire l’Italia. Ora tenta, con umiltà e coraggio, di rimettere in carreggiata un intero continente. E se l’Europa ascolterà davvero quei clienti di cui Elkann parla, questa piccola ibrida potrebbe diventare la vera protagonista della nuova stagione automobilistica. Non gridando rivoluzione, ma sussurrando qualcosa di molto più umano: scegliere è un diritto.
L'orgoglio di rappresentare Torino
La Palazzina storica di Mirafiori brilla come una lanterna riaccesa dopo troppo silenzio. Prima John Elkann, poi Olivier François. Due voci diverse, un’unica trama: riportare la 500 al centro del mondo, proprio dove era nata. E lo si capisce subito quando l’amministratore delegato di Fiat sale sul palco e, con un sorriso che è a metà strada fra emozione e orgoglio, apre la presentazione.
“Benvenuti a tutti, benvenuti a casa della Fiat 500”, esordisce François. Un saluto semplice, quasi domestico, che prepara al punto successivo: il ringraziamento alla città e alle istituzioni. Poi, François annuncia la seconda metà della rivoluzione. “Stamattina John ha annunciato la rinascita della palazzina di Mirafiori. Ed ora, annunciamo la rinascita della fabbrica, con il lancio della 500 ibrida. Sono due facce della stessa medaglia: Torino al centro”.
È qui che la presentazione diventa racconto, quasi celebrazione. Perché la 500, oggi, non è soltanto un’auto, ma molto di più: un simbolo italiano e di Torino. "Dunque, questo momento lo vogliamo dedicare, sì, alla 500 ibrida, ma anche alla città che l’ha creata". E rivolgendosi al sindaco, François fa un sorriso complice: “Infatti, sindaco… si ricorda cosa avevamo deciso insieme? Detto, fatto! La versione di lancio si chiama, appunto, Torino”. Un nome che non è marketing, ma appartenenza.
Poi arriva l’immagine più efficace di tutte, quella che lega la macchina al suo territorio come un doppio ritratto sovrapposto: “La 500 è un po’ come Torino. Entrambe hanno fatto la storia dell’Italia, entrambe si sono reinventate attraverso la tecnologia. La 500, dunque, è una macchina che riflette Torino. E Torino si riflette nella 500”.
Fiat 500 Ibrida, Filosa conferma gli investimenti a Mirafiori e in Italia
Se John Elkann ha indicato la rotta e François ha vestito la 500 di orgoglio identitario, Antonio Filosa - CEO del Gruppo Stellantis - porta in scena la terza dimensione del rilancio: quella dei numeri, delle persone, della fabbrica che torna a respirare. Il suo intervento, il più caldo e insieme il più concreto della giornata, si apre con un’immagine semplice e potente: “Per quanti chilometri si possano percorrere, e per quanto del mondo si possa conoscere, ci sarà sempre un luogo che chiamiamo “casa”. Mirafiori è la casa della FIAT”.
È un richiamo identitario, ma anche il preludio a una presa di posizione netta: l’Italia deve tornare protagonista nell’industria automobilistica europea. E secondo Filosa, Stellantis sta facendo esattamente questo: “Siamo qui per ribadire con fermezza e convinzione, e con la forza delle azioni concrete, la nostra determinazione a fare tutto il possibile affinché l’Italia faccia la sua parte nel riportare alla crescita l’industria automobilistica europea”.
A Mirafiori, quelle “azioni concrete” hanno un nome preciso: 500 Hybrid. Un’auto piccola per statura, enorme per implicazioni industriali, sociali e occupazionali. “Oggi celebriamo l'inizio della produzione della nuova Fiat 500 ibrida, una piccola auto con un grande potenziale che ha già portato con sé 400 nuovi assunti e un secondo turno qui a Mirafiori". Ed è solo il primo passo di un ricambio generazionale che coinvolge l’intero Paese: dall’ingegneria torinese alle linee di Atessa, fino a Melfi, dove già scorrono nuovi modelli.
Filosa snocciola cifre che non hanno bisogno di enfasi per diventare headline: “Solo quest'anno, due miliardi di euro investiti in Italia e sei miliardi in acquisti da fornitori italiani”. Il tutto in un quadro industriale che non rifiuta l’elettrico ma che riconosce la necessità di offrire alternative reali ai clienti. “La nuova 500 ibrida è la nostra risposta alla forte richiesta dei nostri clienti di poter scegliere la 500 che desiderano”, afferma spiegando come in Europa circolino ancora 150 milioni di auto con oltre dieci anni di vita.
È lì che si gioca la partita ambientale, ed è lì che una citycar pragmatica può fare la differenza: “Auto come la 500 ibrida sono pratiche sia per l'ambiente che per i nostri clienti”. Poi arriva il punto politico, quello in cui il realismo industriale bussa alla porta delle istituzioni: “Ora abbiamo bisogno di azioni urgenti e definitive. Soprattutto nel segmento delle auto di piccole dimensioni”, perché sono quelle che davvero garantiscono mobilità democratica. È in questo passaggio che Filosa riconosce apertamente il ruolo del governo italiano: “Il governo italiano è stato ed è in prima linea nel sollecitare l'Europa a trovare modi sensati e pragmatici per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione… Ci è voluto coraggio per farlo”.
Il finale del suo discorso è un inno alla cooperazione industriale europea e insieme un
appello a chi scrive le regole: “Il lancio odierno della 500 ibrida rappresenta il meglio di Torino, il meglio dell'Italia e il meglio dell'Europa. È l'Europa che produce e che merita il sostegno di chi fa le regole”.