Automotive

Alla guida di un'epoca con la "Trabi": ecco il nostro tour vintage a Berlino

Ritorno al passato a bordo dell'auto-simbolo nella DDR, la Repubblica democratica tedesca, venduta nell’arco della sua lunga carriera in 3 milioni e 200 mila esemplari

Alla guida di un'epoca con la "Trabi": ecco il nostro tour vintage a Berlino

Ascolta ora: "Alla guida di un'epoca con la "Trabi": ecco il nostro tour vintage a Berlino"

Alla guida di un'epoca con la "Trabi": ecco il nostro tour vintage a Berlino

00:00 / 00:00
100 %

Una macchina del Tempo. Per tornare al tempo di quella macchina. O, almeno, per cercare di immaginarselo, quel tempo, attraversando le vie e i quartieri della città da Nord a Sud ma, soprattutto, la precisazione è tutt’altro che irrilevante, da Est a Ovest. Già, perché, fortunatamente per il mondo, Berlino, non è più, dal 1989, la Berlino di quel muro assurdo di dolore e di divisione. Ma noi siamo piombati agli inizi degli Anni Sessanta per un test drive, insolito quanto emozionante. Motore a due tempi, 500 centimetri di cilindrata, niente Adas, da 0 a 100 km in 29 secondi, velocità massima 112 chilometri all’ora.
Il nome Trabant, che significa satellite, accompagnò il debutto, nel 1957, del modello definitivo P50. In verità avrebbe dovuto essere solo un motoveicolo, ma, a fine progetto, venne convertito in una automobile. Trabant, dunque. Anzi, affettuosamente “Trabi”. L’auto-simbolo nella DDR, la repubblica democratica tedesca, venduta nell’arco della sua lunga carriera (dal 1957 al 1991) in 3 milioni e 200 mila esemplari. Telaio in acciaio e carrozzeria in “Duroplast”, materiale plastico contenente lana o cotone, impregnato di resina, economico da produrre, robusto e molto leggero, efficace come isolante termico. Certo, viaggiarci “dentro” non era il massimo della sicurezza, ma la velocità non eccessiva raggiungibile dall’auto, faceva, come dire, da airbag.
Ma torniamo al test drive. Mettersi al volante di una Trabi, come abbiamo fatto per circa due ore, e godersi Berlino con una guida turistica a fianco, non è affatto impresa impossibile e nemmeno riservata ai giornalisti specializzati. L’unico documento richiesto è una patente di guida valida anche in Germania.
L’appuntamento è al «Trabi World», al 97 di Zimmerstrasse, non lontano dal ben noto Checkpoint Charlie, facilmente individuabile grazie alla grande insegna che svetta su un edificio giallo, che racchiude il parcheggio con decine di Trabant di tutti i colori. “Trabi-World” le acquista e le restaura, regalando così nuova vita ad una vettura storica. Va detto che ogni Trabant, prima di tornare a circolare, viene comunque revisionata e ispezionata dalla TÜV, una società di certificazione che si occupa di sicurezza.
Superfluo sottolineare che non c’è navigatore a bordo, ma si possono sempre abbassare i finestrini e chiedere informazioni, cioè usare il navigatore di una volta. In ogni caso è quasi impossibile perdersi perché, di solito, gli organizzatori cercano di “cucire” un mini convoglio di auto e governarle con una radio trasmittente facendole procedere per Berlino in fila indiana.
Fondamentali le istruzioni che vengono date alla partenza. Perché metterla in moto è già una piccola impresa ma quando quel motore rumoroso e “discretamente” inquinante si avvia, la felicità si accende.
Dopodiché è tutta Berlino che scorre tra gli intrecci del traffico moderno. Piccola “Trabi”, monumento di un’epoca, inserita da Time tra le 50 auto peggiori della storia per quel suo scarico “indigesto” e le modeste prestazioni, ma rivalutata, anni addietro, nella tanto temuta prova dell’Alce. Che, a sorpresa, superò brillantemente.

Non facciamolo sapere troppo in giro, però, onde evitare che qualcuno si offenda.

Commenti