Iveco venduta all'indiana Tata (ma il suo settore difesa va a Leonardo per 1,7 miliardi)

Maxi-incasso per Exor, che esce dal settore dei veicoli industriali puntando su nuovi asset globali

Iveco venduta all'indiana Tata (ma il suo settore difesa va a Leonardo per 1,7 miliardi)
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È la fine di un’epoca industriale: Exor, la holding della famiglia Agnelli, abbandona definitivamente il settore dei trasporti pesanti. E lo fa con un doppio colpo da manuale della finanza. In un solo giorno, liquida Iveco con due operazioni che ne ridisegnano il futuro. La parte civile — furgoni, camion e autobus — vola in India, nelle mani di Tata Motors, per 3,8 miliardi. Il ramo militare, Iveco Defence, passa a Leonardo per 1,7 miliardi. Totale: 5,5 miliardi di euro. Una mossa chirurgica, che da un lato consente a Exor di fare cassa e concentrarsi su investimenti a più alto rendimento, dall’altro ridefinisce gli equilibri del settore industriale europeo. Perché Tata conquista un marchio storico della manifattura italiana, mentre Leonardo si rafforza come protagonista della difesa terrestre nel Vecchio Continente.

Tata Motors

La parte più sostanziosa dell’operazione riguarda il core business di Iveco: furgoni, camion leggeri e pesanti, autobus e soluzioni per la logistica. Tata Motors ha messo sul piatto 3,8 miliardi di euro per acquisire il controllo completo del gruppo, in una mossa che rafforza la sua presenza nel mercato europeo. L’Opa volontaria sarà lanciata tramite una newco olandese controllata da Tata, e sarà subordinata allo scorporo delle attività di difesa. L’obiettivo dichiarato è ambizioso: costruire un player globale con una gamma ampia, tecnologie competitive e una capacità produttiva capillare, in grado di confrontarsi con giganti come Daimler Truck e Volvo. Il gruppo indiano punta sulla domanda crescente di soluzioni per la mobilità sostenibile, la logistica urbana e l’elettrificazione del trasporto. L’acquisizione di Iveco risponde alla volontà di espandersi in Europa con un marchio già affermato e infrastrutture produttive consolidate.

Leonardo conquista Iveco Defence

Il comparto militare prende un’altra strada. È stato rilevato da Leonardo per un valore di 1,7 miliardi di euro (enterprise value). Iveco Defence Vehicles, specializzata in mezzi blindati e cingolati per impieghi militari e missioni speciali, viene così integrata nel perimetro di Leonardo. L’AD Roberto Cingolani, durante la presentazione dei conti semestrali, ha parlato di una "mossa strategica fondamentale" per rafforzare il presidio europeo nel comparto terrestre. "Con questa acquisizione consolideremo il nostro ruolo di attore di riferimento nella difesa terrestre, mercato in forte crescita e con rilevanza geopolitica crescente", ha spiegato Cingolani. L’operazione sarà finanziata interamente con cassa disponibile e il closing è previsto nel primo trimestre 2026, subordinato all’approvazione delle autorità regolatorie. Leonardo è stata assistita da Morgan Stanley (advisor finanziario) e BonelliErede (advisor legale).

Un’operazione industriale

Oltre ai numeri, l’acquisizione ha un peso strategico. Leonardo si rafforza come original equipment manufacturer integrato, in grado di offrire una gamma completa di soluzioni per la difesa su piattaforme cingolate e ruotate. La complementarità delle reti commerciali tra Leonardo e Iveco Defence apre nuovi sbocchi sui mercati esteri, soprattutto nei Paesi NATO e in aree ad alto potenziale come Medio Oriente e Sudamerica. È previsto inoltre un confronto con il partner tedesco Rheinmetall, con cui Leonardo collabora già su alcuni progetti, per valutare la valorizzazione del segmento veicoli pesanti.

Il disimpegno di Exor dall’industria tradizionale

Con questa doppia cessione, Exor chiude un altro capitolo della sua lunga eredità industriale. Dopo la fusione FCA–PSA che ha dato vita a Stellantis, ora anche il presidio nel mondo dei veicoli industriali e militari viene dismesso. La strategia di John Elkann è chiara: uscire dai settori maturi e ciclici per concentrarsi su comparti a più alta redditività come media, tecnologia, sanità e lusso. Negli ultimi anni, Exor ha investito in aziende come Philips, Louboutin, The Economist, GEDI e il fondo Lingotto, orientato all’innovazione sostenibile.

Nessuna delocalizzazione

Fonti del governo italiano hanno sottolineato come l’operazione rappresenti “un’importante prospettiva di crescita per Iveco, storica realtà industriale del Paese, e per i suoi lavoratori”. Il progetto presentato da Tata Motors prevede che gli impianti produttivi rimangano in Italia, salvaguardando occupazione, indotto e filiere di approvvigionamento. “Non sono previste delocalizzazioni”, assicurano da Roma, “al contrario, si punta a un’espansione internazionale solida attraverso una collaborazione con uno dei principali costruttori mondiali, senza sovrapposizioni operative ma con evidenti opportunità di sviluppo”.

Le stesse fonti ricordano inoltre che l’India è un partner strategico per l’Italia e che proprio recentemente i due Paesi hanno firmato un piano congiunto per rafforzare la cooperazione economica e industriale: “questo accordo è tra i primi risultati concreti di quel percorso condiviso”.

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