
La Mini John Cooper Works 2025 – sigla F66 – rappresenta la punta di diamante della gamma Cooper con motore termico – in attesa di una non ancora confermata versione GP. In coda alle più gettonate versioni C e S, torna in scena l’allestimento più estremo con una serie di aggiornamenti che mantengono viva la tradizione sportiva del modello, senza stravolgerne troppo il carattere. Il design esterno si affina con dettagli ispirati alla tradizione, l’abitacolo propone nuovi accostamenti di materiali, mentre sul fronte tecnico debutta la trasmissione doppia frizione a sette rapporti, che va a sostituire l’ormai superato cambio a sei marce o 8 marce a convertitore di coppia. Invariati i numeri chiave del motore, ma sale la coppia, e con essa la sensazione di prontezza e coinvolgimento alla guida. Un'evoluzione studiata per restare fedele a quel go-kart feeling che da sempre identifica la JCW, sebbene qualcosa si sia perso gradualmente rispetto alle generazioni passate. Disponibile anche in versione Cabrio, la nuova Mini Jcw 2025 è proposta a partire da 39.904 euro.
Dimensioni e design: sportiva, ma con classe
La Mini JCW 2025 si distingue per un’estetica che evolve in punta di matita, soprattutto nel frontale, mentre nel retro il cambiamento è decisamente più marcato. La vista anteriore presenta nuovi gruppi ottici full LED con una nuova firma luminosa e bonnet stripes ridisegnate che, nella zona del cofano, adottano una texture a mosaico. Da 10 e lode il funzionamento dei proiettori LED, capaci di illuminare praticamente “a giorno” anche nelle strade più buie; un approccio tipicamente premium. La griglia centrale è ora più semplice, con listelli orizzontali che rimpiazzano la classica trama a nido d’ape, mentre nella parte bassa le prese d’aria sono più ampie e aggressive, senza però risultare troppo appariscente e “volgare”. Imperdibile il colore British Racing Green della nostra configurazione, per un sovrapprezzo di 550 euro. Tre le alternative per il tetto, che può essere rosso, nero oppure in tinta carrozzeria. Purtroppo i vetri posteriori oscurati non sono di serie, ma da aggiungere alla configurazione.

Sul retro, cambiano profondamente i gruppi ottici, ora triangolari, che proiettano parte della Union Jack dimezzata, sia a destra che a sinistra. Questi sono uniti da una fascia nera lucida che ospita il logo “Cooper” e il badge JCW, mentre il nuovo terminale di scarico centrale, incastonato in un diffusore rivisitato, segna il saluto definitivo ai doppi scarichi. Molto vistoso e sportivo come approccio, sebbene non sia “seguito” da un sound coinvolgente e capace di rispettare le attese: all’interno il suono è amplificato dall’impianto stereo, ma dall’esterno si può percepire solo il rumore del propulsore e poco altro. Un peccato. Con una lunghezza di 3,88 metri, una larghezza di 1,74 e un’altezza di 1,45, la JCW conferma le dimensioni compatte che la rendono perfetta per l’utilizzo urbano e, allo stesso tempo, agile nei tratti misti. I cerchi in lega – dal disegno inedito e specifico – sono disponibili da 17 e 18 pollici (+ 1.250 euro), lasciando anche intravedere il nuovo impianto frenante con pinze anteriori Brembo, dall’ottimo feeling e modularità durante tutti i frangenti alla guida.

Interni e tecnologia: un mix tra vintage e digitale
All’interno, l’ambiente è quello familiare delle ultime Mini, ma arricchito da finiture pensate specificamente per la JCW. I sedili sportivi sono rivestiti in un mix di tessuto e ecopelle traforata, con cuciture a contrasto che ne enfatizzano l’impronta racing. Lo stesso tessuto si ritrova sulla plancia e sui pannelli porta, a rimarcare l’attenzione per la coerenza stilistica. Al centro della scena c’è l’ampio display circolare OLED da 9,4 pollici, che integra tutte le funzioni di infotainment, navigazione e climatizzazione. L’interfaccia è personalizzabile e reattiva, ma richiede un minimo di abitudine per chi arriva da un sistema più tradizionale. Accentrando tutte le funzioni in un unico display, non premia dal punto di vista dell’ergonomia: bello si, ma forse servirebbe un po’ di praticità in più. Inoltre, Apple CarPLay e Android Auto wireless appaiono ridimensionati in un rettangolo ben più piccolo del display, che invece è circolare. Non una perfetta integrazione.

Il quadro strumenti, invece, è sostituito da un head-up display proiettato su una lamina trasparente, in linea con la filosofia minimalista che anima la nuova generazione. Tanto semplice quanto fruibile alla guida. Abituati però ai display ben più ampi, si viene privati di una buona fetta di informazioni che potrebbero essere utili al volante come ad esempio consumi, navigazione e molto altro. Il bagagliaio parte da 210 litri e può arrivare a 725 abbattendo i sedili, confermando una buona flessibilità d’uso per una vettura del segmento B. L’accesso ai sedili posteriori non è dei più agevoli, data ovviamente la presenza delle sole due porte: il sedile però scorre bene e rapidamente e si può avere anche l’intero funzionamento elettrico, per una miglior comodità. Molto comodo il vano porta oggetti centrale a “scrigno”, che si apre tirando una fettuccia di tessuto: si possono inserire facilmente oggetti che non vogliamo lasciare in vista nell’abitacolo.

Prova su strada: nuova trasmissione, ridimensionato il go-kart feeling
Sotto il cofano rimane il noto 2.0 TWIN Power turbo benzina da 231 CV, ma la coppia massima cresce a 380 Nm, disponibili tra i 1.500 e i 4.000 giri. Il dato più rilevante è però l’abbandono del cambio manuale a favore del nuovo doppia frizione a 7 rapporti, più rapido e fluido rispetto anche allo Steptronic a 8 marce montato in precedenza. Il risultato? Una guida più appagante, con passaggi di marcia netti ma mai bruschi, che valorizzano al massimo la spinta del motore. Lo 0-100 km/h resta fissato a 6,1 secondi, mentre la velocità massima è autolimitata a 250 km/h. Per chi però ricerca una sportiva più grezza e pura, abbiamo cattive notizie. Nuova JCW si è “imborghesita” parecchio, con uno sterzo più filtrato e pastoso oltre ad una maggior insonorizzazione. È meno nervosa al volante e meno immediata rispetto a prima, migliorando sul fronte del comfort e dell’isolamento dell’esterno, perdendo però qualche punto sul coinvolgimento alla guida a causa, anche, di un terminale di scarico quasi inavvertibile. Tanto aggressivo alla vista quanto non pervenuto circa il sound. Sale leggermente il peso, ora a 1.405 kg in ordine di marcia, ma l’agilità non manca mai. Infallibili e instancabili invece i freni, con un pedale robusto e capace di restituire sicurezza e prontezza. Una garanzia su MINI.

C’è ora un assetto adattivo a controllo elettronico che, se da un lato rende Mini JCW più sfruttabile in tutte le condizioni, dall’altro le fa perdere quell’innata sensibilità che l’utente MINI si aspetta: assorbe meglio buche e vibrazioni, riducendo il rollio e le inclinazioni laterali, risultando così più composta, piatta e stabile nei cambi di direzione. Questo suo essere così perfetta, però, le fa perdere quell’animo giocoso e un po’ ribelle che si vorrebbe trovare su una piccola “pepata”. L’elettronica è ora più presente, sebbene in maniera velata e meticolosa: non ti accorgi del suo intervento ma aiuta a rendere l’auto più stabile e sicura durante la guida più aggressiva. Il retrotreno è ora più composto e preciso rispetto al passato. Segue fedelmente i movimenti dello sterzo, senza mai generare situazioni pericolose o imprevedibili. Solo esagerando in rilascio e disattivando i controlli, palesa un timido comportamento sovrasterzante, spesso ricercato dagli appassionati. Sul fronte consumi, il 2.0 di casa BMW si riconferma un ottimo compromesso: nella guida più sportiva si oscilla tra i 10,5 e gli 8 km al litro, ma adottando uno stile più gentile, non è impossibile raggiungere medie superiori ai 15 km al litro, soprattutto nei tratti extraurbani e autostradali. In città, si stabilizza su 12,5 / 13 km al litro.

Prezzi e considerazioni finali: sportività al giusto prezzo
Nuova Mini John Cooper Works è disponibile a partire da 39.904 euro, un prezzo che la colloca in una fascia premium del segmento B, ma coerente con il contenuto tecnico e la tradizione del marchio. La variante Cabrio parte invece da 43.900 euro, conservando tutte le caratteristiche dinamiche del modello chiuso, con in più il fascino della guida open air. Pochi gli accessori che si possono aggiungere ad una configurazione già parzialmente completa, seppur consigliamo il pacchetto “XL” che per circa 2.000 euro inserisce i sedili a regolazione elettrica, navigazione con realtà aumentata, guida assistita di livello 2 e telecamera interna e altro. L’auto da noi provata, presentava un prezzo di listino di poco superiore a 43.000 euro.
MINI JCW si riconferma una delle ultime superstiti di un segmento ormai in disarmo totale, ovvero quello delle piccole “pepate”. Tiene alta la reputazione, con un prodotto ormai maturo sebbene più “formale e abbottonato” rispetto alle antenate.
È ricca di tecnologia e accessori solitamente riservati alle vetture più alte in gamma, ma questo la fa crescere di peso e perdere – parzialmente - quell’animo grezzo e giocoso che spesso si ricerca in questo segmento. Rimane comunque una delle migliori a svolgere questo arduo compito, ma un po’ di sound in più dallo scarico non avrebbe guastato.