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Volkswagen Golf Country, il primo crossover di Wolfsburg

La Volkswagen Golf County nacque nel 1990 per dare alla berlina di Wolfsburg un'audace versione fuoristrada pronta a sterrato, ghiaia e fango

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Nei tempi moderni è opinione comune etichettare la Volkswagen Golf come un'auto sempre uguale a sé stessa, un po' grigia e per niente innovativa. Vox populi, vox dei? Probabilmente no e, anzi, per l'importanza complessiva del modello di questa affermazione si potrebbe parlare persino di lesa maestà. Certamente la berlina compatta di Wolfsburg, avendo scoperto la formula della longevità, ha saputo rappresentare - per larghi tratti della sua storia - la scelta più sensata e razionale per l'automobilista medio, non stavolgendo mai il suo schema. Non a caso è una delle grandi regine del mercato, ancora adesso che le segmento C stanno arrancando. Tuttavia, i più si saranno forse dimenticati di quanto sia stata innovativa nel 1974, o delle tante introduzioni che ha portato in dote e su strada: catalizzatore, servosterzo e ABS. Nelle pieghe della sua vita di metallo, c'è anche una versione che ha saputo anticipare la moda dei SUV: la Golf Country. Nata sulla base della seconda generazione, agli inizi degli anni Novanta, questa 4x4 a ruote rialzate è a tutti gli effetti la madrina dei moderni crossover di casa Volkswagen. Per questo motivo, merita una rispolverata.

Sotto le sapienti mani di Styer-Puch

L'antefatto che ha portato Volkswagen a cimentarsi nella sperimentazione di una Golf 4x4, fu la presentazione al Salone di Ginevra del 1989 della concept car Montana. Quel veicolo ebbe un successo così rumoroso, che i vertici di Wolfsburg furono costretti a intervenire repentinamente, introducendo l'anno successivo il modello di serie: la Golf Country. Un salto nel vuoto, ma il colosso tedesco dimostrò coraggio e andò dritto per la sua strada, anche se a qualcuno sembrasse bizzarro trasformare la Golf in un mezzo da fuoristrada. Tuttavia, quegli anni erano pervasi dalle gesta dei piloti di rally e dall'epicità dei raid come la Parigi Dakar, che permisero ai 4x4 giapponesi e americani di imperversare non solo nelle campagne europee, ma anche nei centri urbani. Anche la Fiat lo aveva capito qualche anno prima, con l'utilitaria Panda che si era trasformata in una mangia polvere e in una scalatrice provetta di mulattiere.

Volkswagen Golf Country, guarda la gallery 5

Osservato con attenzione il successo della piccola italiana, anche i tedeschi affidarono la propria creatura alle cure degli specialisti di Steyr-Puch. Gli austriaci alzarono di 11 cm il corpo della Golf e piazzarono sottopelle il sistema di trazione integrale Syncro, così che potesse destreggiarsi fieramente tra fango, neve e sterrato. In condizioni normali, il Syncro dava precedenza alla trazione anteriore, ma in caso di necessità la potenza veniva fornita all'asse posteriore al 50%, per un bilanciamento ottimale. Inoltre, alla carrozzeria furono applicati un doppio bull-bar (davanti e dieto), i fari di profondità, i fendinebbia e una mascherina protettiva sotto scocca. In questo modo il pacchetto era completo, comprendente anche la vistosa ruota di scorta appiccicata al portellone posteriore.

La Golf Country, per le esperienze sterrate

Dunque, quale motore mettere sotto al cofano della Golf Country? A questo quesito la risposta fu una soltanto: il 1.8 benzina da 98 cv e 141 Nm, con cambio manuale a 5 rapporti accorciati. In questa maniera la tedesca 4x4 poteva fare faville anche nelle scalate impervie tra ghiaia e pietrisco, rinunciando alla velocità pura (limitata a 164 km/h). Successivamente, venne proposta la versione "Wolfsburg Edition", destinata agli sportivi a ogni costo e dotata del propulsore 16 valvole della Golf GTI. Inoltre, per la clientela più sofisticata e attenta all'estetica, venne rilasciata anche la "Chrome" con finiture cromate sui paraurti tubolari in acciaio e un abitacolo con dettagli ancora più pregiati.

Prodotta esclusivamente tra il 1990 e il 1991, furono solamente 7.735 gli esemplari totali, tutti destinati a clienti scelti. La sfortuna di questo veicolo, brillante e innovativo, nonché antesignano degli attuali crossover, è quella di essere nato con troppo anticipo rispetto alla moda dei veicoli rialzati e troppo tardi nel ciclo della Golf di seconda generazione, che nel 1992 sarebbe stata pensionata a favore di una nuova versione. Tirando una riga sulle sue vicende, la sua nicchia nella storia la Country è riuscita a crearsela, riscuotendo un certo appeal verso quel gruppo di persone che in Germania viene individuato in Toskana Fraktion, per le consuete villeggiature a Capalbio e dintorni. In poche parole i radical chic.

Perché avere una Golf è banale, ma un fuoristrada derivato da essa è altamente cool.

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