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Werner Lang, l'ingegnere alle spalle della Trabant

Tra le difficoltà di una Germania Est senza acciaio, l'ingegnere Werner Lang è l'artefice del mito della Trabant, l'auto di plastica che ha incarnato l'epopea comunista

Werner Lang, l'ingegnere alle spalle della Trabant
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Werner Lang potrebbe essere il nome di una persona comune, protagonista di una vita normale e di un'esistenza anonima in una qualche frazione della Germania. Questo nominativo non è tra i più gettonati nemmeno tra gli appassionati delle quattro ruote, tanto che la sua creatura ha superato in fama quella del suo ideatore, in modo netto. Quando qualcuno grida il nome di Trabant, a tutti drizzano le orecchie, perché nessuno ha dimenticato la macchina di plastica che ha circolato con somma proliferazione al di là della Cortina di Ferro, negli anni bui della Guerra Fredda. Ed ecco qui che dietro al progetto che ha motorizzato la DDR spunta Werner Lang, l'ingegnere che ha accettato una sfida impossibile facendo i conti con dei compromessi fuori misura. Egli ha dato vita a un mito, vivo e vegeto anche a distanza di oltre trent'anni dalla caduta del Muro di Berlino. Ansimando, scoppiettando ed eruttando nuvole di fumo blu oleoso, la "Trabbi" ha solcato le pagine della storia con grande personalità.

Dalla gioventù alla fabbrica di Zwickau

Bermsgrun è un piccolo villaggio della Sassonia, dove la vita scorre lenta e i trambusti di Weimar arrivano soltanto di riflesso, ed è qui che, il 23 marzo 1922, Werner Lang viene al mondo. Ha un bel bagaglio di talento e una mente vispa, sin dall'età più acerba. Quando si fa le ossa, cresce e si trasforma in un giovane uomo, compie un apprendistato di ingegneria nella vicina città di Schwarzenberg. Nel 1940 si iscrive alla facoltà di ingegneria automobilistica a Zwickau, peccato che il suo percorso di laurea non sia destinato a un sentiero lineare e sicuro, perché il regime che siede al comando della sua nazione natale muove guerra contro il mondo. Quando scatta il 1944, Lang riceve una lettera di coscrizione: deve prestare servizio nella Wehrmacht. Ben presto, però, il ribelle Lang getta via l'uniforme grigia e si unisce ai compagni tedeschi per combattere al fianco dei partigiani antifascisti italiani.

Werner Lang
Il Dr. Werner Lang a bordo della Trabant

Nel maggio del 1945 la Germania capitola senza condizioni, e l'intero territorio viene smembrato in due zone: Ovest ed Est. Lang ritorna a casa e decide di mettere le radici nella sua terra natia, quella che adesso è divenuta la Germania dell'Est, lavorando per l'Auto Union, che era stata fondata a Zwickau nel 1932. Quando quest'ultima fa le valigie, trasferendosi dalla Sassonia alla Baviera, nella sua vecchia fabbrica diventa operativa la nuova VEB Sachsenring Automobilwerke Zwickau che, nel 1958, nomina Lang capo progettista. Ed è esattamente qui che prende forma la Trabant, in questa catena di montaggio nel cuore della Sassonia.

Il successo della Trabant 601

Un anno prima del suo insediamento alla VEB, viene presentata la Trabant P50, che omaggia col suo nome l'avvenura cosmica dello Sputnik, il missile sovietico che raggiunse lo spazio per la prima volta nella storia dell'uomo. Lang si trova a fronteggiare un contesto di grave carenza di materie prime, che affligge la produzione dell'Europa orientale negli anni '50. Dopo la seconda guerra mondiale, enormi quantità di acciaio e altri beni di valore, comprese intere fabbriche, erano state portate - dalla Germania dell'Est, in particolare - all'Unione Sovietica. Questo non scoraggia il determinato ingegnere, che utilizza il Duroplast e un motore bicilindrico a due tempi, come quello di una motocicletta, per equipaggiare le sue vetture. Nel corso dei primi anni escono dalle linee di produzione di Zwickau tantissimi modelli, ma il più glorioso è senza dubbio la Trabant 601 del 1964. In questa macchina c'è tutto l'ingegno di Lang, che vede nell'operosa e spartana quattro ruote un trionfo contro le avversità. E, in effetti, un trionfo lo sarà davvero, il più grande dell'epoca dell'automotive comunista, con oltre 3.200.000 di esemplari prodotti fino al 1991.

Trabant 2
La Trabant in una discutibile variante di colore

Sebbene simile ai modelli precedenti, la 601 offre delle manovelle ai finestrini anziché dei pannelli scorrevoli, un ripiano sotto al cruscotto e dei deflettori del vento per una ventilazione senza correnti d'aria. Nonostante tutti i suoi difetti, la Trabant 601 diventa molto ricercata nell'Europa orientale e l'acquisto di un esemplare comporta l'iscrizione a una lista d'attesa che può durare fino a 18 anni. Ironia della sorte, la popolarità dell'auto dissuade Lang dal mettere in produzione delle versioni modernizzate, insieme alla riluttanza del governo della Germania dell'Est a investire nell'ulteriore sviluppo di un'auto con un'interminabile lista d'attesa.

La rivincita di Lang

Quando il Muro di Berlino viene abbattuto e la DDR diventa una nazione soltanto per i libri di storia, le Trabant si tramutano in un oggetto vecchio e da buttar via, insieme al proprio passato. Nell'euforia generale e nella sbornia post unficazione, i tedeschi dell'est abbandonano a migliaia le Trabant, che rappresentano un odiato promemoria del regime comunista. Eppure, con l'incedere inesorabile del tempo e con l'affacciarsi del fenomeno dell'Ostalgie, la Trabant riacquista magicamente la scena conquistando lo status di culto, con i proprietari che si uniscono gioiosi ai tanti festival e raduni nei quali le Trabbi sono l'ospite d'onore. Per molti ex ''Ossie'', possedere una Trabant finisce per divenire un piccolo gesto di sfida contro il freddo materialismo della Germania riunificata. Anche Lang, nella sua casa di Zwickau ha modo di vedere questa riscoperta e di gioirne, perché parte di quella storia è anche merito suo. Si spegne a 91 anni, nel 2013, in quel lembo di terra che un tempo era la sua patria, la Germania dell'Est.

Senza clamore, come una persona qualunque.

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