
a davéro?". Immaginatevi la faccia a punto interrogativo di un attore come Luca Zingaretti quando la moglie gli dice di essere stata scelta per il Calendario Pirelli 2026. Vabbè, la moglie è Luisa Ranieri, ma l'effetto Casa Vianello è esilarante: "In effetti quando mi è arrivata la proposta mi sono chiesta: perché io? Poi ho messo subito una condizione: niente nudo". E non è che una delle attrici italiane più belle e brave, oggi 51enne e madre di due figlie (particolare non ininfluente), si sottostimi. E' anche solo una umanissima questione di imbarazzo, che si percepisce anche durante lo shooting di Londra con il fotografo Sølve Sundsbø: immersa in un velo Luisa si muove nel vento, oltre gli sguardi di chi sta intorno. Subito dopo, seduta su un divano a raccontarsi, l'atmosfera si fa più rilassata.
Com'è andato lo shooting?
"Sono abbastanza sconvolta. Nel mio mondo io vivo nella parola, la plasmo, ci nuoto dentro. Quando recito c'è un contesto, c'è un testo, non sono io ma un'altra. Invece la fotografia mi chiede di stare ferma, ed è come stare senza voce. Sola con il mio corpo, con attorno decine di persone: non c'è protezione, sono nuda ma in un altro senso. Se non hai le parole a cui aggrapparti, è tutto molto più vulnerabile".
Come superare il momento?
"Sølve mi ha dato una bellissima indicazione: Sentiti libera. Di interagire con il vento, con la materia. È stato affascinante cercare un'espressione che rappresentasse uno spirito più che un corpo".
Che tipo di Calendario è, insomma?
"Poetico, pieno di filosofia, di eleganza. Lontano dagli stereotipi. Mi ha colpito anche l'integrazione dell'intelligenza artificiale in un'esperienza così profondamente fisica e umana. Questo mix tra tecnologia ed essenza è qualcosa che ho trovato potente, quasi ipnotico".
È il lavoro fotografico più importante?
"Senza dubbio. Anche perché, e qui rido un po', sono famosa per non voler mai fare le cover. Ma il Cal è un'icona, ha saputo trasformarsi, raccontare un femminile diverso nel tempo. Ho pensato: ho 50 anni, perché no? Era un'occasione troppo bella per dire di no".
E Luca
"E' stato troppo divertente: ma davèro? Dovevate vedere la sua faccia. In realtà è stato davvero felice per me. Pirelli ha scelto donne iconiche, corpi con una storia. Mi sono sentita lusingata: essere fotografati da un artista del genere è un privilegio raro".
Tornando al potere della parola: da bambina eri dislessica.
"Inizialmente è stata una difficoltà, poi si è trasformata in un modo creativo di affrontare la realtà. Ho imparato a leggere il mondo in maniera meno convenzionale. E, paradossalmente, proprio la parola che mi metteva in difficoltà, è diventata il mio strumento più potente".
Quanto conta sentirsi bella e sensuale oltre i 50 anni?
"A questa età è un gioco. Non voglio essere la bella del gruppo, ma ogni stagione della vita ha una sua bellezza. E oggi mi sento più libera, più morbida, più accogliente. Ho fatto pace con me stessa, la femminilità che vivo ora è più consapevole, meno legata agli stereotipi. Sentirsi bella piace a tutti, non è più una necessità ma un regalo".
Ha funzionato, dunque.
"Abbiamo sperimentato. All'inizio volevamo simulare una nudità con tessuti color carne, poi abbiamo optato per linee semplici: una canottiera e una sottoveste. Il fotografo ha lavorato in sottrazione, con grande intelligenza. Io ho una fisicità importante, quasi antica: d'altronde arrivo da Napoli, come si fa a resistere ai carboidrati? Ma lui l'ha valorizzata con grazia e rispetto".
Come mantenersi così in forma?
"Cerco di mangiare bene, non prendo tanto sole, faccio sport. In questo periodo sono ossessionata dalla barre, la sbarra dei ballerini, una disciplina che unisce yoga, pilates e danza. Ti allunga, ti rafforza, ti rimette in contatto con te stessa. E poi cerco, se riesco, di non cenare un paio di volte a settimana. Mi sveglio più lucida".
The Cal quest'anno mostra donne di età diverse.
"E questo è fondamentale. Una volta la carriera per un'attrice finiva a 45 anni, la mia esperienza significa che qualcosa sta cambiando. Ho vissuto la mia evoluzione: maternità, maturità, consapevolezza. E oggi sono nella mia stagione più bella, quella della sensualità senza paura e senza competizione".
Com'è essere madre di due figlie adolescenti?
"È durissima. I social oggi sono il loro primo punto di riferimento: noi genitori possiamo fare il 30%. Il resto è uno tsunami di immagini e messaggi che le travolge. Io cerco di dare l'esempio e per questo ho chiesto espressamente che non ci fosse nudo nel calendario. Anche se artistico, non mi sentivo di farlo per rispetto verso di loro. E non uso filtri su Instagram, proprio perché voglio mostrare la realtà".
È com'è la generazione di Adolescence?
"Confesso: non ho visto la serie, Luca mi ha detto: non farlo, ti distrugge. Io ho paura di quel dolore, lo vivo già nel quotidiano. Vedo come i ragazzi si nascondono dietro uno schermo, come i rapporti sono sempre più virtuali. Sono terrorizzata. Parlo alle mie figlie di femminicidi, anche se è doloroso. Ma è necessario, devono averne coscienza: il pericolo c'è e non possiamo ignorarlo. L'età media degli aggressori si è abbassata, stiamo sbagliando qualcosa, tutti. Non educhiamo alla frustrazione, non insegniamo ai ragazzi che non si può avere tutto. E dobbiamo lavorare sul rispetto delle donne anche dentro casa".
Per finire, tornando al Cal: com'è stato l'incontro tra un'attrice del sud e un fotografo del nord?
"Ci
siamo trovati benissimo. Lui è dolce, potente, rispettoso. ha una sensibilità rara. È riuscito a tirare fuori qualcosa di me che non conoscevo. E quando ha messo James Brown in sottofondo lì mi sono detta: Ok, posso volare".