(...) non faceva parte dei miei beni culturali.
Eppure, in quelloccasione, con la sua performance, sembrava davvero di avere assistito a uno dei momenti che fanno la storia della musica: a sedici anni, Anna aveva una presenza scenica fortissima, una voce calda e avvolgente e una personalità straordinaria. Fra laltro, quelledizione del Festival, il Sanremo 1978, fu qualcosa di storico. E non perchè cera tanta Genova, da Beppe Grillo alla conduzione ai Matia Bazar, vincitori con ...E dirsi ciao. Ma, ad esempio, perchè Rino Gaetano rivoluzionò il palco dellAriston con la sua interpretazione di Gianna, che concluse terza.
E poi, per lappunto, Anna Oxa, seconda. Ma, soprattutto, prima nellimpatto. Anche grazie a unottima canzone come Unemozione da poco, firmata da Ivano Fossati. Che era un Fossati più pop e meno profondo di oggi, ma che era comunque garanzia di alta qualità di scrittura. Poi, sempre sul mio personalissimo cartellino di gusti, nonostante qualche capitolo musicale gradevole, la Oxa si è persa in troppi look, troppi cambi, troppi servizi fotografici e troppa poca musica.
Fino ad oggi. Fino allultimo progetto, che si chiama Proxima e ci regala uno dei dischi più belli dellanno, qualcosa da passaparola sotterraneo in un momento in cui i dischi non si vendono più. Certo, non bisogna fermarsi alle note di copertina che, a tratti, sembrano un fotogramma su quella Oxa che vogliamo dimenticare: «Un percorso di pura sperimentazione, in un connubio suono-materia mai scisso. La ricerca si manifesta attraverso stravolgimento e ricollocazione. Strutture, trame e volumi come forma del suono e generanti lo stesso. Tra pensiero libero, arte, consapevolezza, etica...verso il futuro».
Ecco, vi prego, non fermatevi a questa roba. E ignorate tranquillamente anche alcune canzoni troppo sperimentali per essere vere. Perchè cè unaltra Oxa, ed è quella arricchita da alcune collaborazioni prestigiose, come La tigre, scritta da Francesco Bianconi dei Baustelle, lo stesso che ha firmato le due splendide Bruci la città e La cometa di Halley per Irene Grandi. Ma anche la Oxa splendida interprete di brani dartigianato pop come Scarpe con suole di vento, senza firme famosissime, ma di ottimo impatto radiofonico e sui cd.
E poi, ci sono Genova e la Liguria, che sono il vero valore aggiunto di Proxima, con Anna che sarà anche fra i prof del corso universitario in discografia della nostra università e suonerà il 20 novembre al teatro civico della Spezia con il suo Proxima tour.
Da un lato, perchè la produzione di tutto il progetto è di Adele Di Palma di «Cose di musica», che è sì milanese, ma che ha scelto il suon buon retiro a Leivi, Liguria di vento e di collina, produttrice storica dei tour di Faber e ama talmente la nostra regione da essersi guadagnata un premio regionale ligure, quando era ancora assessore Fabio Morchio e cera la buona abitudine di premiare i migliori della nostra terra.
In due canzoni, poi, cè lo zampino di Gino De Crescenzo, in arte Pacifico, padre di tanta della migliore musica italiana degli ultimi anni, dalla sua a quella di Gianna Nannini, anche lei rinata. Gino è uno capace di innalzare Gianni Morandi e fa lo stesso con (quasi) tutto ciò che tocca musicalmente. Anche con Anna: Dopo la neve e Apri gli occhi sono due canzoni notevoli e soprattutto, molto «pacificate», intendendo con questo aggettivo il complimento più bello che potrei fare al disco. E «Gino, papà napoletano, un quarto brasiliano, Pacifico, Milano», è un po anche ligure: ha collaborato con i collaboratori di De Andrè, ha lavorato a Bonassola e uno dei suoi migliori amici, anche da lontano, anche se lo chiama raramente, vive a Genova.
Il resto, è il ritorno a Fossati.
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