Autostrade-Abertis si tratta a oltranza per evitare il flop

Oggi riunione tra i vertici delle due società. Giovedì l’incontro tra Gros-Pietro e l’Anas. Benetton: gli spagnoli potrebbero «fuggire»

da Roma

«Dobbiamo avere la certezza che il governo non stia predisponendo termini e condizioni che potrebbero rendere impossibile l'accordo. In questo caso, gli spagnoli potrebbero fuggir via». Così il presidente di Edizione Holding (che controlla Autostrade attraverso Schema 28), Gilberto Benetton , ha esternato al Financial Times le sue preoccupazioni circa la fusione tra il gruppo italiano e quello iberico Abertis Da Barcellona continuano ad arrivare segnali distensivi sulla necessità di intraprendere un percorso comune per giungere all'obiettivo comune dell'integrazione senza trascurare nessuna possibilità.
Ma da Roma il ministro delle Infrastruture, Antonio Di Pietro, ha sottolineato che i passi da compiere sono ancora tanti. «Non ho ancora ricevuto la documentazione con la richiesta di autorizzazione», ha sottolineato ieri il ministro. «Non siamo contrari a priori all’operazione - dice Pierluigi Bersani - ma vogliamo che Autostrade rispetti tutte le condizioni avanzate dall'Anas e il ministero delle infrastrutture». Il ministro dello Sviluppo economico, Pier Luigi Bersani, ha tuttavia ricordato che il governo non è contrario «a priori all'operazione ma vogliamo che Autostrade rispetti tutte le condizioni avanzate dall'Anas e il ministero delle infrastrutture».
Di qui l'importanza cruciale dell'incontro in agenda oggi a Roma tra gli azionisti di Autostrade, compresi quelli di Schema 28 (oltre ai Benetton Unicredit, Fondazione Crt e Generali) e gli spagnoli di Abertis. Il vertice servirà per mettere a punto le strategie da adottare in vista del quinto e risolutivo incontro tra Anas e la società guidata da Gian Maria Gros-Pietro di giovedì prossimo. Nell'ultimo vertice di venerdì scorso, secondo quanto si apprende, Autostrade sarebbe stata disponibile a sottoscrivere solo parzialmente la serie di richieste presentate dall'ente presieduto da Vincenzo Pozzi. Un elenco di impegni vincolanti tra i quali un fondo da 2 miliardi da destinare agli investimenti e un obbligo di mettere a gara tutti i lavori per non favorire il socio costruttore spagnolo Acs. Senza un parziale accordo destinato a tradursi in un quinto atto aggiuntivo alla Convenzione del 1997, l'assemblea straordinaria di venerdì prossimo rischia di svolgersi al buio. Senza certezze.

«Noi facciamo di tutto», ha detto il presidente di Autostrade, Gian Maria Gros-Pietro: l’obiettivo rimane quello di riuscire ad effettuare questa fusione. Una operazione molto positiva». Ieri a Piazza Affari Autostrade ha perso lo 0,6 per cento.

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