Autostrade-Abertis: spagnoli pronti a un passo indietro

L’ad iberico Alemany ha ribadito al governo italiano la disponibilità a cedere il 13,3% di Schema 28. Ma l’Anas vuole risposte chiare

Gian Maria De Francesco

da Roma

«Il solo fatto che l’incontro sia avvenuto è un motivo per essere soddisfatto. È stata aperta una porta al dialogo che potrà facilitare il cammino in un clima di fiducia». L’amministratore delegato di Abertis, Salvador Alemany Mas, ha commentato positivamente l’incontro di giovedì sera con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Enrico Letta, al quale ha sottoposto personalmente le problematiche relative alla fusione con Autostrade.
Da parte spagnola, infatti, c’è la massima disponibilità a trovare tutte le soluzioni necessarie a superare le difficoltà poste dal ministro delle Infrastrutture Di Pietro e dall’Anas, l’agenzia governativa che si occupa delle concessioni autostradali. In primo luogo, è stata ribadita al sottosegretario Letta «la volontà di Abertis di vendere a soci italiani» il 13,3% detenuto in Schema 28, la controllante di Autostrade, in modo tale da rendere meno preponderante la componente iberica nella futura compagine azionaria. E su questo aspetto sta lavorando Ubs Corporate Finance Italia presieduta da Innocenzo Cipolletta per sistemare la quota del valore di circa 900 milioni sulla quale hanno un diritto di prelazione gli altri soci della finanziaria: oltre a Edizione Holding dei Benetton, la Fondazione Crt, Generali e Unicredit. In secondo luogo, è stata manifestata la disponibilità a lavorare a stretto contatto con il governo italiano allo scopo di instaurare un clima di reciproca fiducia e collaborazione.
Sempre ieri da Madrid è trapelata l’indiscrezione secondo la quale il presidente de La Caixa e di Abertis, Isidre Fainé Casas, sarebbe disposto a rinunciare alla co-presidenza del nuovo gruppo lasciando al vertice il solo Gian Maria Gros-Pietro pur di rassicurare le autorità italiane sull’effettiva pariteticità dell’operazione. Abertis non ha voluto commentare, ma l’ipotesi sembra di difficile realizzazione perché priverebbe il management di un interlocutore con ottime relazioni con l’amministrazione pubblica spagnola senza modificare gli altri assetti messi in questione.
Per questo motivo assume ancora maggiore importanza l’incontro tra Anas e Autostrade in calendario per martedì prossimo 6 giugno. Gros-Pietro e il nuovo amministratore delegato Castellucci si confronteranno con Vincenzo Pozzi che ha già formalizzato le perplessità dell’ente: presenza del costruttore Acs nell’azionariato nonostante il divieto del bando di privatizzazione con conseguenti possibili conflitti di interessi e aumento del profilo di rischio considerata «la più articolata configurazione» del nuovo gruppo. Insomma, Anas vuole garanzie formali, prima dell’assemblea straordinaria sulla fusione, sul rispetto del piano di investimenti attraverso la stesura di una nuova concessione o di un nuovo atto aggiuntivo a quello precedente.

Pena il termine della concessione in atto. I consulenti di Autostrade, Natalino Irti per la parte legale e Goldman Sachs e Rothschild per quella finanziaria, sono da tempo al lavoro su questi aspetti. Ieri a Piazza Affari Autostrade ha perso lo 0,3 per cento.

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