Autostrade-Anas: rinvio al 14 giugno

Nel vertice di ieri nessun passo avanti verso l’ok alla fusione. Sanef farà salire il debito del gruppo

Gian Maria De Francesco

da Roma

L’incontro tra Autostrade e Anas di ieri si è concluso con un sostanziale «nulla di fatto». Il vertice tra il presidente e l’amministratore delegato della concessionaria autostradale, Gian Maria Gros-Pietro e Giovanni Castellucci, e il numero uno dell’ente Vincenzo Pozzi e la Commissione ad hoc che ha esaminato la fusione con Abertis non ha portato a un passo avanti verso il via libera all’operazione.
Nel corso delle circa due ore di confronto l’Anas ha ribadito le proprie riserve sull’integrazione italospagnola: aumento dei profili di rischio con necessità di maggiori garanzie per gli investimenti previsti, presenza dei costruttori nel capitale della nuova Abertis e governo corporativo sbilanciato verso Barcellona. Autostrade ha ribattuto con fermezza alle osservazioni ribadendo che non esiste nessuna normativa né italiana né europea che vieti la presenza di imprese di costruzioni nel capitale di società concessionarie. Allo stesso modo, è stato ribadito che il cash flow di Auto-Abertis sarà in grado di finanziare gli impegni presi. Nel nuovo incontro, fissato per mercoledì 14 giugno alle 17, Autostrade ha intenzione di «fare proposte circa i temi in discussione» come richiesto dal presidente dell’Anas Vincenzo Pozzi in una lettera inviata a Gros-Pietro lo scorso 31 maggio. A questi aspetti sta lavorando lo Studio Irti insieme con Goldman Sachs e Rothschild.
Ma il ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro, intende seguire molto da vicino la vicenda e ieri ha incontrato Pozzi sia prima sia dopo il vertice. «Ho dato ad Anas una serie di prescrizioni - ha dichiarato - sull’incorporazione di Autostrade in Abertis. A noi non interessa come sarà modificato l’accordo, a noi interessa come viene rispettata la concorrenza» perché l’operazione «prefigura il trasferimento della concessione». Di qui la richiesta da parte del ministro di un parere preventivo al Consiglio di Stato allo scopo di sapere «quanto il ministero possa intervenire». In particolare, l’interesse di Di Pietro si è concentrato sulla possibilità di esprimere un veto all’operazione. Il ministro, inoltre, ha prefigurato la possibilità di aumentare i pedaggi autostradali per costituire un fondo destinato al completamento delle opere pubbliche che devono essere realizzate dall’Anas. «Stiamo riflettendo sulla possibilità di aumentare i pedaggi di 10 centesimi, 50 centesimi o di un euro per completare le opere pubbliche», ha detto Di Pietro intervenendo a Ballarò.
Un allungamento dell’iter autorizzativo è previsto anche dagli accordi di aprile tra Autostrade e Abertis di fronte a provvedimenti o iniziative che avessero un impatto sostanziale sulla fusione. Ma, come più volte ha sottolineato Gian Maria Gros-Pietro, uno slittamento potrebbe rimettere in discussione molti aspetti. A partire dalla rinegoziazione dei tassi di interesse dei finanziamenti per garantire dividendo straordinario e recesso.

Autostrade, infine, ha precisato che il maggior indebitamento di Auto-Abertis rispetto a quanto reso noto ad aprile comunicato nel prospetto per l’assemblea straordinaria è dovuto all’incorporazione della francese Sanef in Abertis (non consolidata a fine 2005) ed è quantificabile in 1,5 miliardi di euro. Autostrade ieri a Piazza Affari ha ceduto lo 0,75% a 22,49 euro.

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