Autostrade investirà sette miliardi in più

da Milano

Accordo praticamente fatto, manca soltanto la firma, tra il ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro, e Autostrade per l’Italia, controllata da Atlantia: l’intesa prevede investimenti aggiuntivi per sette miliardi da parte del gruppo che fa capo alla famiglia Benetton e, soprattutto, la chiusura di tutto il contenzioso aperto, che ha provocato mesi di polemiche (soprattutto da parte del ministro) dopo il no alla fusione con la spagnola Abertis. Per il momento si tratta appunto di un «gentlemen’s agreement» raggiunto verbalmente tra lo stesso di Pietro e Gilberto Benetton, ma questa mattina i consigli di amministrazione di Atlantia e di Autostrade per l’Italia daranno il via libera. L’accordo, che comunque è stato comunicato dal Cipe, sarà poi formalizzato in un atto tra l’Anas e Autostrade.
La Borsa ha reagito premiando il titolo di Atlantia con un rialzo del 4,35% a 24,69 euro (ma in giornata era arrivata a sfiorare anche il 5%) con cinque milioni di pezzi passati di mano a fronte di una media giornaliera di 700mila azioni.
Piazza Affari crede infatti nella possibilità di un «ritorno di fiamma» con Abertis, nonostante le puntualizzazioni di Di Pietro e le affermazioni di ambienti vicini ad Autostrade secondo il quali l’accordo verbale raggiunto ieri non riporta in gioco la possibilità di una fusione con le autostrade spagnole. Secondo queste fonti «l’accordo è morto con l’assemblea dell’11 dicembre 2006 e si dovrebbe ricominciare da capo». A distanza di un anno i valori delle due società sono cambiati e sarebbe necessaria come minimo una nuova due diligence. Senza contare che le nuove regole introdotte dal governo Prodi prevedono la necessità di un’autorizzazione preventiva. La chiusura dei contenziosi è comunque un passo importante per la società che se da un lato dovrà mettere mano al portafoglio, dall’altro lascerà alle spalle un periodo di tensioni con il governo. Tra l’altro, anche se non se ne è parlato ufficialmente, è possibile che questo possa avere dei riflessi in futuro sul discorso delle tariffe autostradali.
I sette miliardi di investimenti dell’accordo vanno ad aggiungersi ai dieci-undici miliardi previsti, sia pure «spalmati» su un certo numero di anni necessari per completare le opere. Si tratta quindi di una forte accelerazione nei lavori di miglioramento di una rete che fatica sempre di più a far fronte alle esigenze del traffico.

Pochi giorni fa l’ad di Atlantia, Giovanni Castellucci, ha detto che oltre agli investimenti già inclusi nella convenzione del 1997 e nell’atto aggiuntivo successivo (gli undici miliardi citati sopra), Autostrade è in grado di aggiungere altri 6 miliardi di investimenti per costruire terze e quarte corsie su 400-500 chilometri di autostrade. L’accordo di ieri ha portato la cifra da sei a sette miliardi.

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