Autostrade, Di Pietro vuole un fondo

«Vincolare i pedaggi agli investimenti». Ricorsi dei concessionari al Tar contro il codice degli appalti

da Milano

Mentre sulla fusione tra Autostrade e Abertis il presidente del Consiglio, Romano Prodi, assicura che «non c’è nulla di nuovo», il ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro, propone che una quota dei pedaggi autostradali vada a un fondo vincolato. «Ho chiesto ad Autostrade per l'Italia - ha detto il ministro parlando alla radio - così come alla totalità delle altre concessionarie che la quota del pedaggio destinata agli investimenti sia versato in un fondo vincolato. Non è possibile - ha aggiunto - che il consumatore paghi un pedaggio e poi le società ci facciano finanza. I 2 miliardi di euro di Autostrade erano destinati a fare investimenti e non è stato così». Di Pietro - che ha definito la società che fa capo ai Benetton «la migliore tra le 25 concessionarie» e la promessa sposa Abertis, «una signora società, magari ce ne fossero» - ha ribadito la necessità di rivedere l'intero sistema concessionario, definendolo allo stato attuale «un pozzo di San Patrizio».
Frattanto si registra una raffica di ricorsi delle concessionarie autostradali sull'interpretazione del nuovo codice degli appalti, che comporta obblighi più stringenti. Sono 11 le richieste di un intervento del Tar già presentate, e chiamano in causa l'Anas e i ministeri delle Infrastrutture e dell'Economia.

Si apre così un nuovo fronte nel confronto tra gli operatori autostradali con l'Anas e con il ministero, dopo quello sul progetto di fusione tra la società Autostrade e il gruppo spagnolo Abertis. Tutti i ricorsi sono accompagnati da una richiesta di sospensiva cautelare urgente in attesa del giudizio di merito.

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