da Milano
Dopo i contrasti degli ultimi mesi, riprende il dialogo fra Antonio Di Pietro e le concessionarie autostradali. Il presidente dell'Aiscat, Fabrizio Palenzona, è stato convocato dal ministro delle Infrastrutture per parlare della regolamentazione del settore. Un incontro «cordiale», l'ha definito Palenzona, rilevando che con Di Pietro si è trovato d'accordo su alcuni principi fondamentali.
In sostanza, Di Pietro e Palenzona hanno concordato sul fatto che la convenzione unica per ogni concessionaria è solo ricognitiva per quanto riguarda il pregresso, e non incide sulle convenzioni in corso; che la regolamentazione tariffaria viene fatta sulla base dei principi del «price-cap» e non del «profit-cap»; che sarà salvaguardata la certezza dei contratti in quanto contratti di durata nella modalità originariamente stabilita. Ma l'Aiscat ha tuttavia ribadito che «è comunque necessaria una modifica normativa che specifichi il carattere meramente ricognitivo della disciplina inserita nella Finanziaria, facendo salve le condizioni operative delle concessioni stesse e nel pieno rispetto delle norme comunitarie».
La necessità «di pervenire il più rapidamente possibile a un quadro più nitido dei nuovi rapporti concessori nell'ambito della nuova regolazione, d'intesa con l'Anas e sotto la guida del governo, è l'obiettivo prioritario» per le società concessionarie, ha rilevato poi il presidente di Autostrade, Gian Maria Gros-Pietro, perchè «senza un nuovo quadro non si possono fare progetti». «Credo che quanto prima verrà emanata una direttiva e, quando sarà resa nota - ha detto - Anas e concessionarie coordinate dall'Aiscat dovranno trovare il modo di darne attuazione». Affermando che i contatti con il ministro sono continui e che il dialogo non si è mai interrotto nonostante sia sfumata la fusione con Abertis, il presidente di Autostrade ha aggiunto che con Di Pietro «il rapporto di collaborazione è già iniziato», visto che all'apertura al traffico di un tratto della quarta corsia tra Milano e Bergamo, il 29 dicembre scorso, il ministro ha detto che «si occuperà direttamente degli intralci alla realizzazione degli investimenti». «Un fattore decisivo» per Gros-Pietro, secondo il quale il ministro ha dimostrato «una ferma determinazione e, per esperienza, sappiamo che quando egli si muove gli ostacoli si superano più rapidamente».
Intanto, sfumata la fusione fra Autostrade e Abertis, sono cessati anche i vincoli fra il gruppo spagnolo e Schemaventotto stipulati nell'aprile 2006. In Borsa Autostrade ha chiuso con un rialzo del 4,2% a 22,57 euro. Dalle pagine del Pais, il numero uno di Abertis, Salvador Alemany ha ribadito che «in ogni caso l'operazione fusione non è morta» e che renderà noti i suoi nuovi piani più avanti.
Quanto alla procedura d'infrazione nei confronti dell'Italia avviata dalla Ue sulla nuova disciplina relativa agli aggiornamenti tariffari del settore autostradale e sul rafforzamento dei poteri regolamentari dell'Anas, Di Pietro ha inviato ieri al commissario europeo per il Mercato interno e i servizi, Charlie McCreevy, una nota di risposta chiedendone l'archiviazione.
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