Avio, l’innovazione come priorità Balzo degli ordini

Oltre il 60% dei grandi velivoli commerciali monta almeno un componente progettato e realizzato dalla società italiana

Andrea Sperelli

Per una azienda impegnata nel settore aeronautico l’innovazione tecnologica e la ricerca sono le chiavi per sostenere la crescita e garantire il successo. Avio investe circa il 12% del fatturato in ricerca e sviluppo, 123 milioni, dei quali 53 autofinanziati, su un fatturato che nel 2005 ha toccato i 1.281 milioni, con un incremento del 5%. Il risultato operativo, scontato degli effetti straordinari, è positivo per quasi 100 milioni, con un miglioramento del 60% sul 2004. Non è invece significativo il risultato netto, in rosso per 109 milioni, perché è connesso alla operazione di leverage buy out che nel 2003 ha portato Carlyle (70%) e Finmeccanica (30%) a rilevarne la proprietà oltre che alle operazioni straordinarie di rifinanziamento. Avio in questi anni ha accresciuto il valore e migliorato la redditività, approfittando appieno della ripresa del mercato dell’aviazione civile, di un flusso di nuove commesse in campo spaziale, mentre il militare, pur risentendo degli scarsi investimenti nazionali, garantisce un discreto livello di attività.
Il core business è costituito da 4 settori: moduli e componenti per motori aereonautici civili e militari, servizi di revisione e manutenzione per i propulsori, sistemi di propulsione per vettori spaziali e missili tattici e, infine, motori di derivazione aeronautica e sistemi di automazione per applicazioni navali ed industriali. Il portafoglio ordini riflette questa realtà: 3,6 miliardi a fine 2005, pari a quasi tre anni ai ritmi attuali, con un incremento del 52% rispetto al 2004. E le prospettive non possono che essere positive, considerando che tutti i costruttori di velivoli commerciali stanno aumentando la produzione per rispondere a una domanda che continua a crescere, nonostante l’incremento del prezzo dei carburanti. Anzi, proprio la corsa del prezzo del petrolio spinge a rinnovare le flotte, ritirando dal servizio aerei poco efficienti, che offrono margini minimi. In questo contesto Carlyle sta esplorando le opzioni per collocare almeno una parte della sua quota di Avio, attraverso la quotazione in Borsa oppure con una vendita a investitori. E l’operazione, che dovrà avere il placet di Finmeccanica, è quasi in rampa di lancio. Ma per il management della società, 4.800 dipendenti e una quindicina di siti in Italia e in tutto il mondo, l’obiettivo rimane quello di migliorare la gestione e di crescere, sia attraverso collaborazioni con le principali industrie del settore (compresi tutti e tre grandi motoristi, General Electric , Rolls Royce e Pratt & Whitney), sia anche attraverso acquisizione mirate, come quella effettuata nel 2005 in Olanda, dove Avio è diventata azionista di controllo della DutchAero (80%), società che sta diventando il partner privilegiato dell’Aeronautica olandese per la revisione dei propulsori dei suoi aerei da combattimento presenti e futuri.
Avio è del resto un riconosciuto leader tecnologico e industriale in diversi settori: oltre il 60% dei grandi aerei commerciali in esercizio monta almeno un componente progettato e realizzato dalla società italiana, per non parlare delle scatole di trasmissione di potenza presenti su innumerevoli elicotteri di Sikorsky ed Eurocopter.

Anche i grandi lanciatori spaziali europei di Arianespace impiegano potenti booster a propellenti solidi frutto della tecnologia Avio, mentre le turbine navali che equipaggiano le navi della Marina Militare sono e saranno realizzate da Avio, così come i sistemi di automazione e controllo presenti su navi sofisticare come portaerei e sottomarini.

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