Le avventure milanesi di Escrivá e Schuster

Papa Benedetto XVI ricorda san Josemarìa Escriva nell’esortazione apostolica Verbum Domini per la sua «predicazione sulla chiamata universale alla santità». Tutti, in ogni condizione di vita, sono chiamati a essere santi. È il messaggio al centro dell’Opus Dei, fondato dal 1928 da san Josemarìa, che il calendario festeggia il 26 giugno, giorno della sua morte.
Quest’anno, per ricordare il santo sacerdote, a celebrare la Messa in Duomo, lunedì 27 giugno alle 19, sarà il cardinale Julián Herranz, presidente emerito del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi. Herranz ha vissuto per oltre vent’anni a fianco del fondatore dell’Opus Dei e ha raccolto i suoi ricordi in un libro dal titolo Dios y Audacia.
In occasione della festa di san Josemaria sono usciti diversi testi che ricordano la vita dell’autore di Cammino, libro tascabile di 999 consigli spirituali tradotto in 43 lingue e diffuso in 4 milioni e mezzo di copie. Il primo: «Che la tua vita non sia una vita sterile. Sii utile. Lascia traccia».
Tra gli episodi raccontati nel libro di Lorenzo Revojera, San Josemaria in terra lombarda (edito da Ancora), l’incontro a Milano nel 1948 tra due santi, il fondatore dell’Opus Dei e il beato cardinale Ildefonso Schuster, allora arcivescovo della città. San Josemaria, dopo il colloquio con Schuster, scrive in una lettera: «Il cardinale - dal quale ci siamo recati solo per presentare i nostri omaggi - (...) ci ha ricevuti con affetto e ha espresso il desiderio che apriamo un centro».
Il cardinale Schuster scriveva a lui: «Reverendissimo Monsignore, non saprei rifiutare a Lei e all’Opus Dei l’ingresso in Milano: Ostium magnum et adversarii multi (la porta è grande, gli avversari sono molti, ndr)... però Dio non fa mai le cose a metà». Due anni dopo, nel 1950, il cardinale Schuster aiutò san Josemaria a proteggere l’Opus Dei da chi non l’amava.
I primi giovani dell’Opus Dei arrivarono a Milano nel gennaio del 1950, dapprima nella pensione Cordusio di via Gabrio Casati, poi in un appartamento in via Nino Bixio e infine in via Poerio. Fu qui che nel dicembre del 1951 ricevettero l’inattesa visita del cardinale Schuster, che nel gennaio del 1953, un anno prima di morire, regalò al centro un crocifisso proveniente da un suo pellegrinaggio a Gerusalemme.
I legami tra Josemaria Escrivà e la Lombardia non si fermano qui. Più tardi, nel 1955, il santo volle un’importante e ancora oggi assai attiva casa di ritiri sul lago di Como, il Castello di Urio, dove lui stesso andò più volte a riposare e predicare. Numerose foto della sua vita sono raccolte nel libro «San Josemaría Escrivá. Una biografia per immagini del fondatore dell'Opus Dei» a cura di Bruno Mastroianni (edizioni Lindau).

Il libro ripercorre la storia del fondatore dell’Opus Dei, dalla sua nascita a Barbastro in una famiglia di commercianti fino alla nascita dell’Opera e ai molti viaggi missionari tra gente di ogni colore ed etnìa, dalla Spagna a Roma, Milano e in giro per tutto il mondo.

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