Gli «avvertimenti» di DAlema dietro le due verità di Romano
26 Settembre 2006 - 00:00Il leader ds, già scottato dal caso San Paolo: rischi di cadere se fai ancora di testa tua
da Roma
Ma se Tronchetti Provera arriva a dire al proprio consiglio di amministrazione che Prodi sapeva dello scorporo di Tim, perché il presidente del Consiglio dice una cosa diversa? Per difendere la sua poltrona a Palazzo Chigi, dice chi conosce loperazione da vicino.
In questa partita, infatti, Prodi non può dire o dare una versione diversa. Per un impegno assunto con Massimo DAlema. Secondo le ultime ricostruzioni, infatti, il ministro degli Esteri, nonchè vice presidente del Consiglio, non avrebbe gradito la maxi fusione bancaria San Paolo-Intesa. Unoperazione che, letta con gli occhiali della Politica, oltre ad isolare dal risiko bancario il Monte dei Paschi di Siena (da sempre banca a forte connotazione politica, oltre che territoriale), è tutta in chiave prodiana.
La richiesta di chiarimenti avanzata da DAlema a Prodi è stata immediata. Ed anche - sembra - piuttosto brusca nei modi. Simili rafforzamenti economici e politici non sarebbero stati graditi in casa diessina. Così - secondo le voci - DAlema ha fatto sapere a Prodi che se non voleva «incidenti» come quelli del 1998, non doveva più gestire dietro le quinte altre operazioni economiche.
È per queste ragioni, per evitare di trovarsi in un altro 1998 che Prodi sta dicendo fin dallinizio di non sapere nulla su Telecom; mentre Tronchetti dice di averlo informato fin dallinizio. Ed arriva al punto di dire di non conoscere lo schema Rovati. Il motivo di tale atteggiamento è legato al discorso fatto da DAlema.
Se confessasse quel che dice Tronchetti e che conosceva lo schema Rovati verrebbe meno allimpegno assunto con il ministro degli Esteri. E non è un caso che il primo a dirsi convinto che Prodi abbia operato bene, e ad applaudire al comunicato di Palazzo Chigi che ricostruisce gli incontri fra Prodi e Tronchetti, sia stato proprio DAlema.
Il motivo va ricercato nellorazione di Antonio nel «Giulio Cesare» di Shakespeare. «Ma Bruto è un uomo donore», dice Antonio di Bruto per accusarlo della morte di Cesare. E se Prodi dice di non sapere, bisogna credergli, dice DAlema.