«Avvertimento al Pd I giudici vogliono impedire le riforme»

da Roma

«L’arresto di tutta la giunta regionale Pd dell’Abruzzo è il primo avvertimento. Poi toccherà, come è già successo a quella di Mastella, alla moglie di Veltroni. Capitto mi avvette?».
Presidente Cossiga, ma perché questo primo avvertimento, come dice lei?
«Questa è la reazione della magistratura al discorso di D’Alema, che alla Camera ha riconosciuto l'esistenza del nodo politica-magistratura. E si è tirato dietro nientepopodimeno che Bruti Liberati (ex presidente dell’Anm, di Magistratura democratica, ndr). E anche al discorso di Violante, che ha aperto all’immunità parlamentare. Lo strapotere della magistratura nasce proprio dalla soppressione dell’immunità parlamentare, che era il confine tra istituzioni rappresentative e magistratura e affermava la supremazia del Parlamento».
E se c’è il dialogo tra maggioranza e opposizione...
«Se domani si mettono d’accordo, centrodestra e centrosinistra, e torna l’immunità parlamentare, tarpano le ali a tutti quanti».
Insomma, lei vede l’arresto di Del Turco e della sua giunta come una specie di avvertimento mafioso?
«Mafioso, no. Direi: avvertimento “magistrale”. Un modo per sbattere tutti in galera e per dire: non crediate che certe cose le facciamo solo con Mastella e sua moglie. Potrebbe succedere anche alla moglie di Veltroni».
Lei parla anche di un altro avvertimento: «Veltrò e Franceschini, capito l’avete? Non basta combattere il Cavaliere, ma bisogna aiutare la magistratura militante e metterlo in galera...».
«Certo. Questi non hanno capito che oggi non è più come ai tempi di Tangentopoli. Allora, la magistratura non decise di aiutare la sinistra, ma comprese che non si poteva mettere contro tutti. Si pensava che i comunisti fossero i più forti e si mise con loro. Ora, però, la magistratura militante è un’entità politica distinta e non ha più bisogno dell’appoggio di un partito».
Non è d’accordo con Di Pietro, che dice: sta tornando Tangentopoli?
«Di Pietro, gli voglio bene... È un totale ignorante, un demagogo e un perfetto cretino. Pensi a parlare, lui, della Mercedes che gli hanno regalato e di quei soldi che non ha spiegato».
Ma questo dialogo tra i due poli, che secondo lei la magistratura vuole impedire, Berlusconi deve cercarlo con Veltroni?
«Veltroni è un bravo ragazzo, la faccia ce l’ha. Sa parlare bene, perché non dice nulla: la mattina può essere di destra e la sera di sinistra. Mette tutto insieme, anche l’operaio con la più bieca Confindustria. Beh, anche se io sono un po’ terzomondista e certe cose non vorrei dirle, Veltroni farebbe meglio ad andarsene in Africa come aveva detto. Magari in un Paese civilizzato, mica quelli dei Tutsi».
E allora, meglio dialogare con D’Alema?
«Con chiunque capisca di politica. Se ci fosse lo stesso Natta, se ci fosse Cossutta. Se Diliberto fosse del Partito democratico. C’è D’Alema. Comunque, i magistrati è proprio questo che cercano di impedire: se parte una vera riforma dell’ordinamento giudiziario per loro è la fine. Perché chi è riuscito ad ottenere un potere politico dovrebbe rinunciarvi? La storia è sempre la stessa: tutti i politici sono ladri, solo noi siamo bravi».
Perché vede i magistrati così assatanati di potere?
«Ma se lo immagina lei il figlio di un operaio, di un coltivatore diretto, bravissimo, che studia, supera un concorso difficile come quello in magistratura e poi si accontenta di arrestare ladri e rapinatori? Eh no, quello vuol “fare la storia”. Dopo tante fatiche, tanti sacrifici, vuole determinare la vita del Paese. Soprattutto le ragazze, che si portano dietro un complesso d’inferiorità che si trasforma in complesso di superiorità».
Ce l’ha in particolare con le donne magistrato?

«Il fatto è che alcune di loro, le abbiamo viste, per l’aspetto in foto sui giornali non finirebbero mai. Invece, se s’inventano qualcosa di grosso, magari ne pubblicano una anche in bikini».
I magistrati intendono il loro lavoro come missione?
«Certo. E sono bravi: come ci riescono ad avere notorietà... Spesso grazie a fiumi d’intercettazioni. Ma le ha viste le leggi degli altri Paesi, della Germania, della Gran Bretagna, sulle intercettazioni? Per farle devono avere fior di autorizzazioni, mica come da noi».

Per Berlusconi la nostra è una democrazia «in libertà vigilata».
«Un po’ tutte le democrazie lo sono, in parte. Churchill diceva: “Non è vero che la democrazia sia il migliore dei governi, ma non ne hanno inventato finora uno migliore”».
L’Anm replica che così si denigra la magistratura e si vuole ridurre il controllo di legalità.
«Quello dei magistrati è un partito, non c’è niente da fare. Non si può togliere l’Ici perché bisogna dare soldi ai magistrati, niente federalismo fiscale perché ci vogliono soldi per i magistrati... E loro, ogni 6 mesi si aumentano lo stipendio. Questo è un modo per aizzare la gente, per attirarsi odi e malumori».


Non teme che si dica che anche lei non è imparziale, ma ha il dente avvelenato contro i magistrati?
«Con il Csm da presidente della Repubblica ho fatto la mia parte. Io sono un politico, mica devo essere obiettivo. Devo essere di parte. Ognuno ha la sua ottica per vedere le cose».

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