Axa vuole crescere ancora ma «Generali non interessa»

da Milano

Da un lato il confronto con i big internazionali, dall’altro quello con gli altri assicuratori italiani: per guardare nel futuro delle Generali continuano a occorrere lenti «bifocali». Se il verdetto dell’Antitrust su Toro-Nuova Tirrena è la riprova che la crescita in Italia del gruppo rimane paralizzata, il Leone torna infatti periodicamente anche sugli «scaffali» del supermarket delle polizze europee. Secondo gli analisti la favorita tra i potenziali acquirenti è Axa, ma ieri è stato lo stesso ad Henri de Castries a smentire al settimanale svizzero Cash ogni indiscrezione: «Sento dei rumor su Generali sin da quando lavoro qua, da 17 anni».
Dopo aver anche negato di volersi espandere a Londra, il top manager ha però sottolineato come Axa, malgrado la conquista di Winterthur dal Credit Suisse, prosegua la ricerca di occasioni d’acquisto facendo leva sulla «forte base di capitale» e sui «buoni profitti».
Piani con cui Generali è costretta a confrontarsi. Tanto che il presidente Antoine Bernheim ha già delineato con chiarezza la way out di una ricapitalizzazione a servizio di una maxiacquisizione oltrefrontiera. Dove, oltre ad Axa, «lavorano» la tedesca Allianz e l’olandese Aegon. Quest’ultima indicata, insieme all’americana Aig, tra quanti «osservano» le mosse di Trieste che ieri in Piazza Affari ha chiuso quasi piatta a 33,75 euro. A metà dicembre il titolo aveva tuttavia toccato il massimo storico di 35,12 euro sulla scia della guerra preventiva tra i grandi soci in vista dell’assemblea che in primavera rinnoverà l’intero consiglio di amministrazione. A confrontarsi sono da un lato Intesa Sanpaolo di Giovanni Bazoli (1,9%) e Romain Zaleski (che ha più del 2%), dall’altro Mediobanca, che oltre a essere il primo azionista con il 14% ha acquistato a termine l’1,7% messo in vendita da Mps. A chiudere il triangolo le truppe del finanziere bretone Vincent Bollorè, grande socio di Piazzetta Cuccia, insieme a Unicredit e Capitalia cui fanno capo ulteriori quote del Leone. Ecco perché non è casuale che Guido Roberto Vitale abbia scelto il Sole 24 Ore per reclamare il diritto di Generali di espandersi anche in Italia, pena il rischio di perdere una delle poche multinazionali del Paese. Vitale è, infatti, considerato uno dei consulenti più vicini a Bazoli, a sua volta impegnato a difendere sia il peso di Intesa a Trieste sia la joint venture bancassicurativa Intesa Vita.

Il santuario di Piazzetta Cuccia è in maggioranza ma Ca’ de Sass, anche una volta completato il previsto percorso di ristrutturazione, avrà in cassa capitale in eccesso: almeno 5 miliardi secondo alcune case di analisi.

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