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"Gli ayatollah mentono, ci sono altri siti nascosti"

Intervista a Alireza Jafarzadeh iraniano esule negli Stati Uniti, analista politico per Fox News e autore del libro L' atomica di Teheran (Guerini e Associati)

Alireza Jafarzadeh è un iraniano esule negli Stati Uniti, analista politico per Fox News e autore del libro L' atomica di Teheran (Guerini e Associati).
Nel 2002 è stato lei, con le informazioni del Consiglio nazionale per la resistenza iraniana (gruppo d'opposizione al regime, ndr) a rivelare l'esistenza del sito nucleare di Natanz, dove l'Iran aveva nascosto forse la maggior parte del suo programma nucleare.
«E da allora molti altri casi hanno dimostrato che Teheran continua a mentire. L'ultima rivelazione sul sito di Qom era stata già in parte denunciata dal Consiglio nazionale per la resistenza iraniana nel 2005, quando avevamo svelato la costruzione di tunnel ad opera della ditta Khatem di proprietà delle Guardie rivoluzionarie».
Cosa significa?
«Che ora, dopo quattro anni, il mondo ha scoperto l'intero quadro del programma nucleare portato avanti in quella zona. Ma si tratta solo della punta di un iceberg».
Cosa nasconde ancora l'Iran?
«Ad esempio ci sono altri due altri siti a Teheran, focalizzati sulla produzione di armamenti e su test e simulazioni di esplosioni in vista della bomba atomica».
In cosa consiste il programma nucleare dei mullah?
«Ci sono tre parti: l'arricchimento dell'uranio per la bomba atomica, la costruzione di testate nucleari e il sistema di missili per lanciarle».
A che punto è arrivato il regime?
«Ha ottenuto risultati nella prima e nella terza fase e ora è concentrato sulla parte più difficile che è la costruzione di testate nucleari».
L'Agenzia internazionale per l'energia atomica ne è a conoscenza?
«È la parte più segreta del programma e sotto il completo controllo delle Guardie della rivoluzione. L'Aiea ha fatto poco per avere maggiori informazioni, anche perché Teheran non permette l'accesso a molti siti».
I recenti test missilistici sono una provocazione o una reale minaccia?
«Teheran ha un avanzato programma missilistico di cui gli Shahab-3, Ghadar e Sejil sono solo degli esempi. Le mie fonti nel Paese mi dicono che il raggio di azione dei missili sperimentati in questi giorni supera di gran lunga i duemila chilometri di cui parla il regime; ormai sono molto vicini ad ottenere missili da tremila chilometri».
Capaci, quindi, di raggiungere anche Stati europei?
«Esatto. Questo dimostra che nonostante le promesse di collaborazione e l'impegno per un programma nucleare pacifico, l'ambizione nucleare di Teheran è in fase avanzata e non si è mai fermata negli ultimi sette anni, cioè da quando sono cominciati i negoziati».


E Ginevra?
«Come tutti i negoziati dal 2003, porterà solo al rafforzamento del regime».

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