Primo piano di transizione climatica per A2a che traccia la rotta per il Net Zero al 2050. Una sorta di road map a tappe che si basa su sette miliardi di investimenti green al 2035. Forte il focus su rinnovabili, economia circolare e cattura della CO2. Il documento, pensato come strumento dinamico, sarà aggiornato ogni anno in parallelo al piano industriale, così da riflettere l'evoluzione degli scenari energetici e regolatori. L'obiettivo sarà quello di ridurre almeno del 90% l'impronta carbonica del gruppo entro il 2050 con compensazione delle sole emissioni residue tramite crediti di rimozione certificati.
Il percorso si fonda suIlo sviluppo dei tasselli chiave della decarbonizzazione: più rinnovabili, efficienza energetica, teleriscaldamento, valorizzazione dei rifiuti e tecnologie di cattura della CO2 negli impianti waste-to-energy. Secondo le stime, queste misure permetteranno di evitare 53 milioni di tonnellate di CO2 tra il 2024 e il 2035. Rilevante è anche la classificazione secondo la Tassonomia Ue: 17 miliardi di investimenti A2A risultano già ammissibili come allineati ai criteri europei.
Le tappe della decarbonizzazione prevedono una riduzione del 50% di emissioni dirette al 2035, dell'80% al 2040 (rispetto al 2017), fino ad arrivare al -90% complessivo al 2050.
Sul fronte finanziario, il gruppo punta a portare al 100% la quota di debito Esg entro il 2035, rispetto all'82% attuale, dopo aver emesso il primo european green bond e il primo blue bond in Italia.
«I costi dell'inazione climatica potrebbero raggiungere i 1.200 trilioni di euro, quasi il doppio degli investimenti necessari per centrare gli Accordi di Parigi», ha dichiarato Roberto Tasca, presidente di A2A. «I piani di transizione sono essenziali per mobilitare capitali, valutare i rischi e rafforzare la fiducia del mercato».
«Il nostro obiettivo è il net zero su tutti gli Scope entro il 2050», ha aggiunto l'ad Renato Mazzoncini (in foto). «Abbiamo già previsto 5 miliardi di investimenti per la transizione energetica e 2 miliardi per l'economia circolare, ampliando la nostra visione oltre l'orizzonte del piano industriale al 2035».