Una bomba debiti sulle telco italiane

I maggiori operatori ne hanno cumulati per decine di miliardi e i ricavi languono

Una bomba debiti sulle telco italiane
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Sono tutte gravate da debiti e con oneri finanziari tali da ridurre ai minimi termini gli investimenti. Il mondo delle telecomunicazioni italiane appare tutt'altro che in salute, almeno guardando ai quattro più grandi operatori infrastrutturati che lavorano nel mercato della telefonia mobile. Nozze o, perlomeno, alleanze non paiono rinviabili ancora per molto a causa di ricavi schiacciati e tariffe tra le più basse al mondo.

A partire da Tim, che certo con l'ingresso di Poste Italiane nel capitale e lo scorporo della rete è migliorata notevolmente, ma tutt'ora ha debiti per 7,5 miliardi (al 30 giugno). Il gruppo guidato da Pietro Labriola sta risanando i suoi conti e dall'anno prossimo può mettere nel mirino l'aggancio dell'utile, ma se lo farà dovrà dire grazie alle ottime performance di Tim Brasil e di Tim Enterprise: basti pensare che sui 6,6 miliardi di ricavi nel semestre, la controllata brasiliana e la divisione dei servizi tech alle imprese pesano insieme per il 55 per cento. Mentre la Consumer vale meno di 3 miliardi, con un fatturato pressoché stagnante. La divisione delle telefonia mobile, tra l'altro, vede allontanarsi al 2028 la prospettiva delle sinergie

con Poste, che all'Antitrust ha dichiarato di non avere intenzione di proporre vendite a pacchetto nei suoi uffici postali dei servizi di telefonia di Tim fino alla fine del suo piano industriale.

Anche Wind-Tre, un operatore con una quota di mercato del 23,8% delle sim totali, non se la passa granché bene. Secondo gli ultimi dati di bilancio noti, quelli riferiti al 2024, il gruppo controllato dalla multinazionale di Hong Kong Ck Hutchinson ha passività finanziarie per 13,5 miliardi, quasi del tutto riconducibili a finanziamenti della controllante. Il business italiano ha chiuso in negativo per oltre 112 milioni. Il gruppo guidato da Gianluca Corti e Benoit Hanssen aveva sondato la possibilità di cedere la sua rete per 3,4 miliardi al fondo Eqt, ma l'operazione è saltata anche per il diniego di Iliad che non ha dato il benestare al riassetto, avendo una partnership con WindTre attraverso Zefiro, che fa capo alla costruzione della rete nelle aree rurali italiane. Una vicenda che ha lasciato qualche scoria negativa nei rapporti con l'operatore francese, guidato in Italia da Benedetto Levi, che ha quote di mercato in crescita, ma una rete ancora inadeguata con 3,1 miliardi di debito a fine 2024 e una semestrale 2025 tuttora in perdita per 53 milioni, seppur in riduzione sull'anno prima. Iliad, dovendo fare i conti con oneri finanziari per 135 milioni l'anno e la prospettiva di forti investimenti da fare, avrebbe a sua volta bisogno di allearsi con qualcuno per concludere la fase da operatore «challenger» e raggiungere una fase di sostenibilità economica. Anche per questo, Iliad ha cercato per ben due volte di acquistare le

Tornano a crescere ad agosto i tassi dei mutui per l'acquisto di una casa. Secondo gli ultimi dati dell'Associazione bancaria italiana (in foto il presidente di Abi, Antonio Patuelli) infatti il tasso medio è al 3,31% rispetto al 3,20% del mese precedente. Il dato di agosto ha interrotto la discesa dei tassi avviata a gennaio 2024. Il rimbalzo è dovuto all'aumento dell'Irs, il riferimento per i mutui a tasso fisso. L'incremento nei primi 10 giorni di settembre dell'Irs a 10 anni è stato in media del 2,67% in aumento di 44 punti base rispetto a dicembre 2024 (2,23%), quando era ai minimi. Si conferma la crescita dei depositi, complice il clima di incertezza: la raccolta di depositi e obbligazioni ha così toccato i 2.100 miliardi

attività italiane di Vodafone e poi è andata a far visita a Roma, al governo italiano, per cercare una strada per aggregarsi con Tim. Anche perché alla fine Vodafone Italia se l'è presa Swisscom (capogruppo di Fastweb, con quest'ultima che ha visto salire l'indebitamento netto a 7,6 miliardi dopo l'acquisto di Vodafone).

Le attività italiane del gruppo britannico, a fine 2024, avevano debiti a 3,4 miliardi e perdevano 392 milioni. La realtà combinata tra Fastweb e Vodafone nel primo semestre dell'anno ha visto un fatturato in lieve calo a 3,6 miliardi (-0,4%).

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