Transizione energetica

Cattura e stoccaggio del carbone, una tecnologia di frontiera per la transizione

Il Ccs è una tecnica avanzata di gestione dell'anidride carbonica che la sottrae all'atmosfera. Aiutando ad alleggerire l'impronta climatica dei settori impattanti

Ccs: così la cattura e stoccaggio del carbonio può aiutare sviluppo e ambiente
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La cattura ed il sequestro dell’anidride carbonica (Carbon Capture and Storage, Ccs), è un sistema capace di portare tecniche virtuose di economia circolare nel quadro della transizione energetica. In sostanza permette di ridurre l'impatto di ogni impianto a trazione di fonti fossili utilizzando per fini di successiva generazione energetica le fonti a impatto carbonico non secondario. O di sottrarre l'anidride carbonica all'atmosfera, contribuendo al calo dell'impronta ecologica del nostro sistema.

Ccs, un mercato in sviluppo

Il diossido di carbonio (Co2) può anche essere catturato direttamente dall'atmosfera del nostro pianeta quando è prodotta per lo scarto di un processo industriale o produttivo. Commentando il futuro del mercato di questo settore, Yahoo News ha scritto che le applicazioni più promettenti si trovano nei settori in cui l'anidride carbonica "viene compressa e trasportata da condotte, navi, ferrovie o camion per essere utilizzata in una vasta gamma di applicazioni, o iniettata in formazioni geologiche profonde (compresi giacimenti di petrolio e gas esauriti o formazioni saline) che intrappolano la Co2 per lo stoccaggio permanente".

Research and Markets nota invece che "si prevede che il mercato per l'uso di Co2 rimarrà relativamente piccolo nel breve termine (2,5 miliardi di dollari), ma crescerà nei prossimi anni nel tentativo di mitigare le emissioni di carbonio dell'industria".

Una tecnologia per governare la transizione

L’innovazione tecnologica applicata al settore dell'energia si gioca anche sull'ottimizzazione dell'efficienza dei settori già avanzati e rodati, sia in campo estrattivo che sul fronte industriale. La Ccs può svolgere, soprattutto in Occidente, un ruolo guida nella lotta alle emissioni climalteranti. Fornendo in prospettiva un sostegno fondamentale a un transizione energetica in cui Paesi come i membri dell'Unione Europea e gli Stati Uniti, per ridurre le emissioni di agenti inquinanti nell’atmosfera, vogliono in prospettiva sdoganare le rinnovabili. Ma una sostituzione del 100% delle fonti fossili in tempi brevi è, a dir poco, utopistico. E serve anche utilizzare l'efficienza come driver nei processi tradizionali.

Inoltre, il rapporto Net Zero by 2050: A Roadmap for the Global Energy Sector dell'Agenzia Internazionale dell'Energia (Iea) mostra la necessità di avanzare ulteriori strategie per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, non essendo sufficienti gli impegni presi.

"L’intermittenza nella generazione di energia delle fonti rinnovabili e la difficoltà di un passaggio radicale da un sistema a prevalenza fossile verso fonti non fossili rappresentano solo alcune delle maggiori sfide alla transizione energetica", ha fatto notare l'analista geopolitico Vincenzo D'Esposito su Osservatorio Globalizzazione. Inoltre,"alcuni cicli produttivi sono particolarmente inquinanti in sé, basti pensare alla produzione del cemento, quindi appare fondamentale affiancare allo sviluppo di fonti energetiche alternative dei meccanismi di cattura e stoccaggio dei principali agenti inquinanti, tra i quali quello maggiormente emesso è certamente l’anidride carbonica".

Inoltre, in prospettiva, "la combinazione tra fonti rinnovabili e cattura e sequestro dell’anidride carbonica già esiste e si chiama BECCS: Bioenergy with carbon capture and storage. Questo sistema prevede di applicare il meccanismo di cattura e sequestro di anidride carbonica alle centrali elettriche che funzionano con biomasse".

Dalla Danimarca a Ravenna, il Ccs prende piede

Per quanto riguarda investimenti industriali avviati, la capitale danese, Copenaghen, sta da anni investendo per promuovere le tecnologie Ccs nei suoi sistemi di gestione del ciclo integrato dei rifiuti, Microsoft la impiega da tempo nei suoi data center, in Italia Eni e Snam stanno investendo per creare a Ravenna, "capitale" italiana dell'oil and gas, un impianto pilota di Ccs per intrappolare in giacimenti offshore esauriti e dunque capaci di fungere da sito di stoccaggio ben 25mila tonnellate di Co2 emesse dalla centrale Eni di Casalborsetti, vicino Ravenna.

Chiaramente il Ccs è funzionale a un sistema in cui si è capito che piuttosto che smettere tout court di emettere anidride carbonica si vuole iniziare a ridurre l'impatto della Co2 sul nostro sistema. Ma così va il mondo e per una transizione pragmatica bisogna pensare a ogni via: passo dopo passo si costruirà un sistema più sostenibile, equilibrato e funzionale al rapporto tra economia e ambiente.

Che nascerà dal pragmatismo e da piccole rivoluzioni, non da utopie destinate a non essere mai applicate.

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