I dipendenti credono, e investono, nelle aziende in cui lavorano. È il caso di Eni che ha appena concluso un maxi piano di azionariato diffuso - distribuzione ai dipendenti delle proprie azioni a determinate condizioni - riscontrando oltre 26.000 adesioni per 3 milioni di azioni assegnate.
L'iniziativa, che in Italia negli ultimi due anni ha preso piede tra molte società quotate di Piazza Affari, nel caso del Cane a sei zampe, è stata totalmente gratuita nel 2024 e 2025, è ampliata a gran parte dei Paesi esteri in cui l'azienda è presente, raggiungendo risultati molto positivi: il tasso di adesione ha, infatti, superato il 70% tra gli oltre 6.200 dipendenti di Eni impiegati nei 37 Paesi del mondo in cui si è potuto proporre il piano (alcuni sono stati esclusi per ragioni legali o fiscali). Per gli oltre 22.700 dipendenti in Italia si conferma un ulteriore e straordinario livello di adesione di circa il 95%.
Il gruppo guidato dall'ad Claudio Descalzi (nella foto) è fra le prime società in Italia che ha deciso di realizzare un piano di tale ampiezza e estensione con lo scopo di «coinvolgere le proprie persone rendendole azionisti, quindi ancora più partecipi delle attività di Eni rafforzando l'appartenenza e la responsabilità tra l'azienda e le sue persone». L'iniziativa allargata alle controllate estere farà da apripista per altre società italiane che alla luce del successo replicheranno il modello.
Nel dettaglio, il piano ha previsto due assegnazioni annuali (nel 2024 e 2025) di azioni gratuite per un controvalore annuo di 2.000 euro. A ciascuna assegnazione si applica un periodo di lock-up di 3 anni, durante il quale le azioni non potranno essere cedute.
Nel 2026, il piano muta e sarà attuato con co-investimento che prevede, a fronte dell'acquisto di azioni da parte del dipendente, l'assegnazione di azioni gratuite pari al 50% delle azioni acquistate, fino ad un controvalore massimo di 1.000 euro. Nel nuovo piano 2026 che prevede il co-investimento, il lock-up sarà più beve e solo di 1 anno. Oltre a Eni si sono mosse di recente in questa direzione Snam, A2a, Fincantieri, Leonardo e Stellantis.