
L'ottimismo della vendita del comparto beauty a L'Oréal non è bastata a salvare i risultati delle trimestrali di Kering, guidata da inizio settembre da Luca de Meo (in foto). La società francese ha archiviato il terzo trimestre 2025 con un fatturato di 3,4 miliardi di euro, in calo del 10% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Nei primi nove mesi, il calo cresce così al 14% (11 miliardi). Nonostante il dato negativo, la performance rappresenta un chiaro miglioramento sequenziale rispetto alla caduta del 15% dello scorso trimestre. A pesare con forza sui risultati delle trimestrali è stato Gucci, brand di punta di Kering, che ha registrato ricavi per 1,3 miliardi, in calo del 18%. Per Yves Saint Laurent i ricavi sono stati pari a 620 milioni (-7%) e per Bottega Veneta 393 milioni (-1%). Dopo la presentazione dei dati, ieri il titolo ha perso il 2,4% in Borsa.
De Meo è stato chiaro: nonostante i miglioramenti, i dati rimangono ben al di sotto dei risultati del mercato. «Ciò rafforza la mia determinazione a lavorare per riportare le nostre maison e il Gruppo al prestigio che meritano».
Ieri anche Hermès ha diffuso i dati del terzo trimestre, con il gruppo che ha messo a segno una crescita dei ricavi pari al 5% rispetto allo stesso periodo del 2024 a 3,9 miliardi. Sicché i primi nove mesi dell'anno hanno chiuso con ricavi pari a 11,9 miliardi, in crescita del 9% rispetto al 2024. Nel dettaglio, il cuore storico del gruppo, ovvero il segmento di pelletteria e selleria, ha visto una crescita del 13%; in flessione invece i comparti dell'orologeria (-3%) e dei profumi e cosmetica (-5%). Accanto alle vendite in Asia in ripresa, a trainare la crescita del gruppo guidato dall'amministratore delegato Axel Dumas sono stati gli Stati Uniti, con un rialzo del 14% delle vendite. Tuttavia, nonostante i risultati positivi, le performance di Hermès non hanno pienamente convinto gli investitori.
Le attese erano molto più alte e, in questi casi, la Borsa non perdona. Il titolo ha così ceduto il 2,3% sul Cac 40 dopo essere arrivata a perdere il 4%: la capitalizzazione della maison si è così assestata a quota 229 miliardi di euro.