Ilva, si lavora alla newco per un cavaliere bianco

Enti locali ancora divisi su Taranto. Nella scatola le due società oggi commissariate

Ilva, si lavora alla newco per un cavaliere bianco
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Enti locali, e Comune in particolare, ancora arroccati a Taranto in attesa di una schiarita, martedì prossimo, sulle reali intenzioni delle istituzioni in merito al futuro del polo siderurgico ex Ilva. E mentre il governatore della Puglia Michele Emiliano chiama i partiti nazionali di opposizione (Pd, Verdi, M5S) a uscire allo scoperto chiarendo quale sia la loro posizione, emergono dettagli sui piani futuri del governo. Secondo quanto appreso dal Giornale, sarebbe allo studio una newco che possa lavorare al fianco di Dri d’Italia, la società 100% Invitalia presieduta da Franco Bernabè e guidata da Stefano Cao. La società futura raccoglierà l’eredità di Ilva in amministrazione straordinaria (Ilva in As), e di Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria (Adi in As).

In questo modo, la newco disporrà della proprietà degli impianti (gli altoforni) e dei diritti di gestione e potrà passare nelle mani di un nuovo investitore. I dettagli sono allo studio, ma la costituzione di una newco sarebbe un passaggio obbligato per i nuovi progetti di decarbonizzazione e la vendita a un investitore privato.

Intanto, la giornata di ieri è stata costellata da una serie di rinvii conseguenti ai tempi supplementari a cui la trattativa è sottoposta. L'esame in aula, al Senato, della legge di conversione del decreto legge Ilva potrebbe iniziare dal 23 luglio, dopo lo slittamento del termine per presentare gli emendamenti in commissione Industria al 16 luglio, il giorno dopo il tavolo sull’acciaieria di Taranto al ministero delle Imprese. Il provvedimento va approvato anche alla Camera entro la scadenza del 25 agosto 2025 pena la decadenza. Così anche il confronto al ministero del Lavoro sulla Cigs è slittato al 24 luglio. Intanto sempre nel mondo dell’acciaio, il Gruppo Arvedi ha chiuso l’esercizio 2024 con ricavi consolidati a 5,7 miliardi di euro (6 miliardi nel 2023) e un risultato netto di 92 milioni di euro (235 milioni nel 2023).

Nel corso dell’anno - è scritto in uno nota - il settore siderurgico in Europa ha scontato un calo della domanda, con importanti settori di utilizzo come l’automotive in difficoltà, e contemporaneamente una riduzione dei prezzi dei prodotti finiti che hanno subito una forte concorrenza dalle importazioni di prodotti asiatici. Sulla struttura dei costi si sottolinea il peso della componente energia che rappresenta circa il 40% dei costi di produzione.

Arvedi Acciai Speciali Terni ha registrato nel 2024 ricavi pari a 2,4 miliardi di euro a fronte dei quali ha raggiunto un margine operativo lordo pari a 103 milioni: «Entrambi i parametri sono in crescita rispetto all'anno precedente a conferma dei progressivi miglioramenti che la società registra da quando è entrata a far parte del Gruppo Arvedi».

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