I punti chiave
Indagine dell'antitrust nei confronti di Meta avviata dalla Commissione Europea per capire se la nuova politica per l'accesso dei fornitori di intelligenza artificiale all'interno dell'app di messaggistica più utilizzata al mondo, WhatsApp, possa violare le norme dell'Ue sulla concorrenza.
Di cosa si tratta
Da nemmeno due mesi (ottobre 2025), la multinazionale con sede principale in California ha vietato ai fornitori dell'intelligenza artificiale di usare uno strumento che dia la possibilità alle aziende di entrare in contatto con i propri clienti con la nuova funzione "WhatsApp Business Solution", con l'IA che è il servizio principale offerto. Dal canto loro, le aziende posso usare gli strumenti come supporto per offrire ai loro clienti un'assistenza automatizzata. Il procedimento contro Meta, però, è stato aperto dalla Commissione per i timori su questa nuova politica che potrebbe impedire ai fornitori terzi di IA di offrire i propri servizi tramite WhatsApp nello Spazio Economico Europeo come vienve scritto dall'Esecutivo Ue. Il colosso di Mark Zuckerberg ha implementato la sua funzionalità di IA in WhatsApp a marzo in tutti i Paesi europei dopo aver ritardato l'introduzione a causa del "complesso sistema normativo" europeo.
Quali sono i timori dell'Ue
La Commissione ritiene che Meta implementerà la nuova politica tramite un futuro aggiornamento dei termini e delle condizioni di WhatsApp per gli utenti aziendali, i suoi "termini dell'interfaccia di programmazione delle applicazioni WhatsApp Business". Per le aziende che si occupano di intelligenza che si trovano già su WhatsApp, questo nuovo aggiornamento sarà operativo dal 15 gennaio 2026 mentre per i nuovi fornitori di intelligenza artificiale su WhatsApp l'aggiornamento è già iniziato il 15 ottobre 2025. Insomma, i concorrenti di Meta e WhatsApp potrebbero non poter raggiungere i loro clienti tramite l'app che avrebbe come servizio esclusivo "Meta AI". Questa indagine, però, non riguarderà l'Italia.
Qualora dovessero trovare riscontro nella realtà le ipotesi della Commissione, Meta potrebbe violare quelle norme Ue in materia di concorrenza che vietano l'abuso di posizione dominante e sullo Spazio economico europeo. L'indagine fa parte del monitoraggio continuo dei mercati dell'IA nel See (Spazio economico europeo) da parte della Commissione che adesso ha avviato la sua indagine in maniera approfondita e con massima priorità.
La nota di Udicon
"La notizia dell’imminente indagine antitrust europea conferma un punto su cui insistiamo da tempo: integrare un assistente di IA in un servizio essenziale come WhatsApp senza un consenso chiaro e senza reali alternative mina libertà di scelta e concorrenza", ha dichiarato Martina Donini, presidente nazionale Udicon. "Il tema non riguarda solo la privacy, ma la struttura stessa dei mercati digitali. Quando un operatore grande come Meta introduce funzioni proprietarie che diventano, di fatto, ‘obbligate’, il rischio è un ambiente digitale che finisce per limitare l’autonomia degli utenti. È necessario - conclude Donini - che le verifiche procedano in modo puntuale e che ogni scelta operativa tenga conto, prima di tutto, dei diritti e delle garanzie dei consumatori".