Musk chiede la licenza per vendere elettricità

Ma Londra è alle prese con la grana dell'eolico. Turbine costose perché sconnesse dalla rete

Musk chiede la licenza per vendere elettricità
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Elon Musk (in foto) mette un piede nella rete elettrica britannica. Tesla ha presentato all'Ofgem, l'autorità per l'energia del Regno Unito, una richiesta per diventare fornitore diretto di elettricità alle famiglie britanniche. Sarebbe la prima volta, fuori dal Texas, che l'azienda del magnate californiano entra nella distribuzione di energia al dettaglio. La domanda, datata 18 luglio e firmata dal direttore energia per l'Europa Andrew Payne, è stata resa pubblica dal Sunday Telegraph.

Tesla, già attiva nel solare e nelle batterie di accumulo, aveva ottenuto nel 2020 una licenza per produrre elettricità nel Regno Unito, ma senza venderla ai consumatori. Ora punta a gestire direttamente la fornitura, in un momento in cui la rete elettrica britannica mostra tutte le sue fragilità. Il caso più eclatante è quello della Scozia: nei primi sei mesi del 2025 i parchi eolici del nord del Paese hanno spento quasi il 40% della produzione potenziale 4 terawattora, energia sufficiente per alimentare tutte le case scozzesi per sei mesi a causa dell'impossibilità di trasmetterla verso sud. Un blocco che è costato 117 milioni di sterline (135 milioni di euro) in compensazioni ai gestori, soldi che finiscono nelle bollette di tutti i britannici.

Il paradosso è evidente: mentre turbine offshore come quelle di Moray East e West restano ferme nei giorni di vento, centrali a gas nel sud dell'Inghilterra vengono pagate per aumentare la produzione. Il 3 giugno scorso Ocean Winds è stata compensata con 72mila sterline (83mila euro) per non produrre energia, mentre nello stesso momento la centrale a gas di Grain riceveva 43mila sterline (circa 50mila euro) per generare di più. Il sistema di bilanciamento della rete è costato più di mezzo miliardo di sterline nel 2025, con previsioni che sfiorano gli 8 miliardi annui (9,25 miliardi di euro) entro il 2030 se non si interviene.

Per Musk, questa è un'opportunità. Tesla non è solo auto elettriche: i sistemi di accumulo domestico Powerwall e le soluzioni per la gestione intelligente dei flussi energetici possono ridurre lo spreco, accumulando l'elettricità quando è in eccesso e rilasciandola quando serve. Se un fornitore è produttore e gestore di accumulo, può guadagnare dove oggi si brucia denaro.

Resta da vedere se la mossa di

Musk sarà accolta come un'innovazione salvifica o come un'invasione di campo in un mercato già in tensione. Ma di certo, in un Paese che paga per spegnere il vento, qualcuno pronto a incanalarlo potrebbe fare la differenza.

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