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Opa Unipol da 1 miliardo su UnipolSai

Decisa la fusione per incorporazione. Proposti 2,7 euro per azione. Gran balzo dei due titoli in Borsa. E l’utile scatta a 1,3 miliardi

Opa Unipol da 1 miliardo su UnipolSai

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Cita Matteo Renzi, Mario Draghi, Vasco Rossi. Parla dei grandi dossier sulla scena finanziaria italiana e provoca Andrea Orcel, l’amministratore delegato di Unicredit. È un Carlo Cimbri particolarmente brillante quello che ieri ha animato la conferenza stampa sull’Opa totalitaria del gruppo Unipol, di cui è presidente, sulla controllata UnipolSai Assicurazioni, completando di fatto un lungo percorso di semplificazione. Sul piatto per i soci di UnipolSai un’offerta da 2,70 euro per azione (comprensiva di dividendo), rivolta al 14,75% del capitale ancora non in possesso di Unipol. Si tratta di un premio del 12,6% sulla quotazione di UnipolSai al 15 febbraio, un’operazione che comporterà l’esborso massimo di 1,13 miliardi. Anche nel caso in cui nessuno partecipi all’Opa, le cooperative di Unipol avrebbero comunque il 62% dei voti e il 45% del capitale. E la Borsa fa festa: ieri il titolo Unipol è balzato del 21%, UnipolSai del 10,8%.

Cimbri, affiancato dall’ad di UnipolSai, Matteo Laterza, ha spiegato i motivi di questo passo: «Dal punto di vista della governance è una semplificazione, ieri avevamo due società quotate, mentre domani ne avremo soltanto una con un unico consiglio di amministrazione, un unico centro decisionale. Tutto sicuramente più semplice». L’Opa dovrebbe partire verso aprile, con il processo di fusione che si completerà entro l’anno: il nuovo soggetto si chiamerà Unipol Assicurazioni.

Il presidente di Unipol dapprima scherza: «L’ho fatto quando avete smesso di chiedermelo». Poi però precisa che in un contesto di tassi bassi, avere un doppio livello societario poteva servire nel caso di acquisizioni strategiche, ma nessun target è stato individuato e da circa un anno il contesto è cambiato. Non ci sarebbero collegamenti con i movimenti sulla Popolare di Sondrio, di cui Unipol ha quasi il 20%: «Questa operazione parte da più lontano, i rumor su Sondrio sono solo di 2-3 settimane fa». Tuttavia, «questo interesse sul comparto bancario ci ha permesso di agire indisturbati. Dobbiamo quindi ringraziare quegli attori che hanno avuto un pensiero sulla banca». All’ipotesi Mps, Cimbri oppone il solito «no» e a chi gli chiede se ha avuto interlocuzioni con Orcel a proposito della partecipazione in Sondrio e del 20% detenuto in Bper, Cimbri risponde: «Le nostre quote non sono in vendita» e, anche qualora Unicredit o altri si muovessero in modo ostile, il numero uno di Unipol specifica che il gruppo «si attrezza affinchè il governo di queste banche rimanga nella sfera di collaborazione con noi, piuttosto che con altri gruppi bancari o altri gruppi di assicurazioni. Senza fare processi alle intenzioni, nel caso faremmo le nostre mosse. E penso che saranno sufficienti». Un’affermazione che ricorda la celebre «whatever it takes» di Mario Draghi, quando con quella frase bloccò l’attacco frontale all’euro salvandolo.

Ma a proposito di citazioni, Cimbri ne fa altre quando il discorso si sposta sul prossimo rinnovo dei vertici di Bper e delle possibilità di conferma del suo ad, Piero Luigi Montani. «Montani può stare tranquillo? Direi sereno...», come disse l’ex premier Matteo Renzi prima di mandare a casa l’allora premier Enrico Letta. Più tardi, quando gli chiedono un giudizio sull’operato di Montani, Cimbri ricorre a Vasco Rossi: «E va bene così. Senza parole…» con tanto di voce di Vasco sparata dagli altoparlanti presenti in sala. L’idea del capo di Unipol è che «si può e si deve fare di più», non «mi eccito se vedo il margine d’interesse raddoppiare da un anno all’altro», «a noi interessa che la banca aumenti la capacità di fare utili». La sensazione, quindi, è che in primavera si vedrà un profondo rinnovamento dei vertici. Quanto alla Popolare di Sondrio, Unipol sta valutando «un paio di persone» da suggerire per la lista del cda. Infine, una battuta anche sull’investimento in Twitter: «Vedremo se sarà stato un buon investimento». In ogni caso, sorride, «non falliremo per Twitter».

Unipol ha divulgato anche i conti 2023, con un risultato netto di 1,33 miliardi (contro 866 milioni nel 2022) e un dividendo in crescita a 0,38 euro (dividend yield al 6,6%). Aumento anche della raccolta assicurativa a 15,1 miliardi (+10%). Nel dettaglio, spiccano il ramo Danni (+4,2% a 8,7 miliardi) e Vita (+20% a 6,4 miliardi).

Per UnipolSai, invece, il risultato netto è stato di 766 milioni con una cedola a 0,165 euro.

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