Poste archivia i migliori 9 mesi dall’Ipo con una crescita dei ricavi del 4%, a 9,6 miliardi, un risultato operativo di 2,5 miliardi, in crescita del 10%, e un utile netto di 1,8 miliardi (+6,1%). Numeri, quelli presentati ieri dall’ad Matteo Del Fante (in foto) a cui hanno contribuito tutte le divisioni di business e che permettono ora al gruppo di concentrarsi sull’ulteriore sviluppo, in primis le sinergie con Tim (di cui Poste ha il 24,8% dal valore attuale di 1,9 miliardi). Una partita sulla quale Del Fante sta accelerando: nel primo trimestre del 2026 Poste Mobile avvierà la migrazione verso l’infrastruttura mobile di Tim, a seguito della firma del contratto Mvno. Tra le iniziative già avviate, è stata lanciata Tim energia powered by Poste Italiane ed è stata firmata una lettera di intenti con Tim Enterprise su una joint venture nei servizi It basati sul cloud. «Il nostro investimento in Tim resta strategico», ha detto Del Fante spiegando che il gruppo guarda a «opportunità di cross selling anche nelle aree dell’assicurazione e dei pagamenti ». Inoltre, «sarà trasferito il contratto di utilizzo delle antenne di Poste-Mobile a Tim, con un risparmio importante per Poste di 20 milioni annui e un ricavo per Tim che prima non c’era», ha spiegato l’ad ricordando anche che, dal 29 settembre è partita la distribuzione in 750 negozi Tim del prodotto luce e gas di Poste.
Guardando ai singoli settori, i ricavi nel segmento corrispondenza e pacchi hanno raggiunto 2,8 miliardi (+1,6%), quelli dei servizi finanziari 4,2 miliardi (+4,6%) e dei servizi assicurativi 1,4 miliardi (+10,2%). Bene Postepay a 1,2 miliardi (+4,7%) e le attività finanziarie investite dei clienti salite a 601 miliardi.
Quanto ai clienti retail di Poste Energia per luce e gas hanno raggiunto quota 950mila, mentre è stata completata la migrazione alla Super App che viene utilizzata da 15 milioni di clienti, con 4,1 milioni di utenti attivi su base giornaliera a novembre. Confermate le stime per l’intero esercizio 2025 e deliberata la distribuzione di un acconto record di 40 centesimi (ossia +21% su base annua) sul dividendo ordinario previsto 2025.